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Lungolago di Como, la scalinata non c'è più: rimosso l'ultimo simbolo di un fallimento

La paura delle paratie ha ingessato la città

Insieme all'ormai celebre muro, la scalinata del nuovo lungolago di Como divenne presto un altro simbolo del fallimento del primo cantiere della paratie. Nata storta come tutto quel progetto avviato nell'ormai lontano 2008, nei giorni scorsi è iniziata la sua definitiva demolizione. La sua scomparsa, diversamente da quella del vecchio pontile di piazza Cavour, sembra quasi voler spazzare via 13 anni di immobilismo. Il disastro delle paratie, senza dimenticare quello della Ticosa, è come se avesse paralizzato la città per quasi tre lustri. Salvo pochissime eccezioni - vedi ad esempio, sotto l'ammistrazione Lucini, l'illuminato ampliamento della Ztl con l'inclusione di piazza Grimoldi e i Portici Plinio - ha vinto la paura. Non vogliamo nemmeno cercare altre ragioni: ci fermiamo al terrore di sbagliare ancora.

scalinata paratie lungolago como mp 2-2-2

Tuttavia, quando si amministra una città, serve ancora coraggio. E gli errori del passato non possono essere un freno nè, tantomeno, un alibi. Ora più che mai, Como ha bisogno di essere ripensata attraverso un disegno globale, di una visione necessaria al progetto del suo domani. Tra poco più di un anno andremo a votare per il nuovo sindaco. L' amministrazione elettasarà quella che (facendo tutti gli scongiuri del caso) consegnerà alla città nel 2023, dopo 15 anni di pena, il nuovo lungolago. Un "regalo" che merita di essere accompagnato con un programma politIco all'altezza di un risorgimento comasco. Intanto, per chi è ancora in sella quello dei nuovi arredi del lungolago potrebbe essere davvero l'ultimo biglietto da visita ancora buono da spendere. 

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