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Cronaca Albate - Trecallo / Via Al Bassone

Evaso da dieci giorni, vive in fuga nei boschi sopra il Lago di Como: le ricerche di Massimo Riella

È scappato il 12 marzo sfuggendo agli agenti che lo avevano accompagnato a visitare la tomba della madre: tutta la storia

È riuscito a far pedere le sue tracce il 12 marzo quando, accompagnato da alcuni agenti della polizia Penitenziaria, grazie a un permesso, era andato al cimitero di Brenzio, una frazione di Gravedona ed Uniti, per portare un saluto sulla tomba della madre. Poi avrebbe aggredito le guardie che lo scortavano riuscendo a scappare. Sono quindi dieci giorni che Massimo Riella riesce a vivere senza soldi ne telefono sui boschi nelle montagne sopra il Lago di Como. Parliamo della zona dell' Alto Lago che è stata setacciata casolare per casolare e i cui sentieri sono battuti dalle forze dell'ordine, anche con l'aiuto dei cani molecolari. Riella conosce molto bene la zona per la sua pregressa attività di bracconiere. Secondo chi lo conosce bene è perfettamente in grado di procacciarsi cibo e di nascondersi nei boschi, anche se non si esclude che qualcuno possa averlo aiutato a nascondersi. 

La storia di Riella con le forze dell'ordine è lunga. Come riporta anche il post.it  raccontando la cronostoria giudiziaria del 47enne, l'uomo era già stato arrestato nel 2021 perchè trovato in possesso di un fucile con la matricola abrasa. Qualche mese dopo venne accusato di una rapina a Consiglio di Rumo, rapina dove sono state minacciate e aggredite due persone anziane. La prima volta che tentarono di arrestarlo (ottobre 2021) per questo reato, saltò dal balcone scappando subito nei boschi, senza scarpe. 

A dicembre dello stesso anno i carabinieri di Menaggio nell'arrestarlo gli hanno messo ai polsi due paia di manette perchè era capace di togliersele spezzandole contro una pietra, cosa che aveva fatto in precedenza. 

Riella è quindi perfettamente in grado di sostenere la vita nelle zone boschive anche con pochi mezzi a disposizione. Domenica sarebbe stato avvistato da alcuni agenti ma non è stato possibile prenderlo. Il Nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Milano sta continuando le ricerche. 

Il 19 marzo la figlia Silvia, tramite Facebook, ha scritto un messaggio per il padre dove ribadiva la sua innocenza in merito l'aggressione ai due anziani a Consiglio di Rumo.

Riella aveva ottenuto il permesso di andare sulla tomba della madre dopo essersi rivoltato nel carcere del Bassone, salendo sul tetto: per scendere aveva chiesto di poter andare al cimitero. Col senno di poi c'è chi pensa che la fuga, date anche le capacità di adattamento e la conoscenza del territorio di Riella, sia stata pianificata. L'uomo per quanto riguarda l'aggressione ai due anziani e la rapina si è sempre dichiarato innocente. 

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