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Bonifica Ticosa, l'ennesimo fallimento del Comune di Como

Bando da rifare: lavori non prima del 2022 e costi che lievitano

Quando si parla di Ticosa non è una questione qualsiasi. Insieme alle paratie stiamo parlando di una delle vicende che da decenni tiene in scacco la città di Como. Fallire ancora, fallire ancora qui, non è come vedere sfumata una qualsiasi altra aggiudicazione. Non si parla di ordinaria incuria ma di un problema che si trascina dagli anni '80. E seppure il tema dei bandi sembri essere il tallone d'Achille del Comune, non è il caso di parlare di solo sfortuna.

I fatti sono questi, e sono difficilmente riconducibili al solo fato: l'azienda che ha vinto il bando si è ritirata; la seconda in graduatoria ha dovuto invece rinunciare perchè nel frattempo a Palazzo Cernezzi sì sono accorti che il bando è da rifare, in quanto si è proceduto al suo annullamento in autotutela. Non dimentichiamo poi, giusto per inquadrare tutte le difficolttà del caso, che l'aggiudicazione della bonifica della Ticosa è avvenuta a sei mesi dalla presentazione delle offerte. Ma anche questo non basta a giustificare l'ennesimo fallimento dell'amministrazione comunale, che alla data di oggi porta ad una sola sentenza certa: ad aprile del 2021 occore ricominciare tutto da capo. Ancora.

Tradotto, ci vorrà almeno un altro anno per arrivare a una nuova assegnazione che di fatto, lo spieghiamo in dettaglio qui, porterà anche ad un aumento notevole dei costi della bonifica. Se tutto andrà per il verso giusto, vedremo le ruspe iniziare i lavori di bonifica non prima della tarda primavera del 2022. Un altro pasticcio, l'ennesimo, a questo punto davvero difficile da accettare.

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