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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso / Torno

Lago di Como, il mega resort di Torno diventa un caso politico

Le domande di Europa Verde e l'interrogazione ai Ministri

Dopo il San Primo, anche il caso del mega resort a Torno, di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi, sta avendo sviluppi politici decisamente importanti. Non sorprende che i primi a intervenire sulla questione siano Elisabetta Patelli, coordinatrice regionale di EuropaVerde Lombardia ed Emanuela Urzìa e Massimo Capozziello portavoci provinciali di EuropaVerde Como. Di seguito la dettagliata nota che riportiamo integralmente e l'interrogazione al Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della Cultura presentata dall'onorevole Devis Dori.

Da settimane stiamo approfondendo con preoccupazione il progetto di realizzazione del resort di lusso a Torno che prevede la costruzione di:

    • Hotel da 116 posti letto;
    • Residenze turistiche per complessivi 60 posti letto;
    • Due ristoranti, (Signature e All Day Dining - 200 posti ) per clienti interin ed esterni
    • Servizi (Bar, SPA & Wellness) riservati ai clienti dell’Hotel e delle residenze.
    • 3 nuove darsene private , parcheggi , accessi carrai e  strade interne 

Sempre nel “Rapporto preliminare” si legge: “Complessivamente la SLP (superficie lorda di pavimento) esistente passa da 1.650 mq… a circa 29.000 mq”
Questa edificazione 18 volte superiore all’esistente, avviene in un’ area di rilevante pregio naturale, affacciata sul lago con  balze e terrazzamenti tipici dei giardini ottocenteschi , caratterizzata da bosco , arbusti centenari e prati , incastonata tra due monumenti nazionali , la leggendaria  cinquecentesca Villa Pliniana e  della  Chiesa romanica di San Giovanni Battista. A valle c’è il lago e a monte, a mezza costa, si snoda l’antica via Pliniana, dalla quale si ammira una splendida visuale sul lago e sulla costa opposta.

In questo ambito insistono anche ville storiche che hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia risorgimentale del nostro Paese e ne conservano memoria. Esse hanno ospitato nel corso dei secoli personaggi illustri da tutto il mondo e salotti musicali, culturali e politici.  Un   angolo di paradiso oramai raro, considerate le recenti realizzazioni, anche adiacenti, di grandi resort di lusso   che già oggi con l’andirivieni di motoscafi alterano il delicato microecosistema   e che per tutelare la privacy degli ospiti precludono agli abitanti del luogo l’accesso  alla riva , anche dal lago. L’alterazione del profilo di litorale con la realizzazione di 3 darsene private e relativo andirivieni, può comportare ulteriore stravolgimento dell’ecosistema e una ulteriore preclusione del godimento della riva da parte dei cittadini.

resort torno

Questo angolo di paradiso, sinora sfuggito a manipolazioni, si gode anche dalla antica via Pliniana stretta e ciottolata   che nel piano di intervento risulta   oggetto di trasformazioni di imprecisa finalità. Non meno impattante risulta il piano viabilistico previsto, per il volume di traffico indotto dai 176 posti letto fissi e dalla capienza di 200 persone dei ristoranti, tale per cui si prevedono strade interne, due accessi carrai e un parcheggione di 120 posti auto. Va ricordata la già precaria situazione dei trasporti a Torno, tale per cui la strada lariana unica via di accesso da/per Como risulta stretta pericolosa e già quotidianamente bloccata per chilometri.

Va anche ricordato che tutto il versante interessato e’ fragile sotto il profilo idrogeologico. Negli ultimi due anni si sono verificati ripetutamente eventi alluvionali smottamenti, frane, esondazioni, con fiumi di fango e detriti che hanno raggiunto le abitazioni. Ciò dovrebbe imporre una particolare prudenza da parte della politica ad approvare progetti che stravolgono il paesaggio, investendo le proprie energie sulla messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico, a tutela della popolazione e dell’ecosistema. Evidentemente l’area è interessata da numerosi vincoli, che imporrebbero anche alle Autorità preposte (AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI COMO, ASL DI COMO, ARPA DI COMO, MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI, REGIONE LOMBARDIA, COMUNI CONFINANTI) una notevole prudenza, tra cui principali sono:

- fascia di rispetto territori contermini ai Laghi ai sensi del D.lgs. 42/04 e s.m.i. art. 142 comma 1 lett. b);
- vincolo paesaggistico ai sensi del D.M. 15 aprile 1958 ex L. 1497/1939 di “ Dichiarazione di notevole interesse pubblico della fascia costiera del lago di Como…”;
- vincolo idrogeologico di tutela corsi d’acqua - reticolo idrico minore (Fascia di rispetto di 6/10/15 ml per i tratti a cielo aperto e di 4 ml per i tratti intubati dei torrenti);
- vincolo cimiteriale, come previsto dalla tavola DP10 del Documento di Piano del PGT vigente
- vincolo monumentale ex art. 10, comma 4 lett. f) del D.lgs. m. 42/2004

In ragione di tutto quanto sopra sorge quindi spontanea qualche  domanda: qual è l’interesse pubblico in tutto ciò?
Per quale motivo un Amministrazione, che per antonomasia gestisce il territorio per il bene pubblico, dovrebbe condividere una simile operazione? 
E per quale motivo si ipotizza possibile   sottrarre un intervento così impattante ad una procedura di VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)?. 

Per ora si intravede solo parziale risposta alla prima domanda: in cambio l’operatore privato garantirebbe, attraverso una convenzione alcuni  posti auto , 1.250.000 euro  come contributo per la ristrutturazione  di Villa Zita e dell’ ex Chiesa S. Giorgio, alcuni interventi non richiesti sulla via Pliniana e altre opere. Tutte opere che verranno comunque scontate dagli oneri di urbanizzazione e dal costo di costruzione. Molto poco.   

In conclusione è evidente che il nuovo progetto causerebbe la perdita di un patrimonio storico e identitario, comprometterebbe l’ambiente, la biodiversità e l’ecosistema lacustre, che, a norma dell’articolo 9 della Costituzione, devono invece essere oggetto di tutela da parte della Repubblica. In eredità alle future generazioni, invece, a Torno verrebbe lasciata una colata di cemento, lo svuotamento del versante e la sottrazione della riva sacrificati sull’altare di interessi privati, traffico e andirivieni. I cambiamenti climatici in atto rendono inoltre sempre più evidente la necessità di astenersi dal consumo di nuovo suolo, per evitare l'impermeabilizzazione del terreno e di riutilizzare le strutture esistenti, in un’ottica di un turismo sostenibile accessibile a tutti. 

L'INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ONOREVOLE Dori

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