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Pinacoteca di Como: si arricchisce la collezione gioviana

Esposto il ritratto di Fausta Mancini

La Pinacoteca di Como arricchisce la collezione gioviana con il ritratto di Fausta Mancini, dipinto che è stato presentato alla presenza di Enrico Colombo (assessore alla Cultura), Veronica Vittani, (responsabile Musei civici), Gemma Pirondini (presidente Inner Wheel Como), Bruno Fasola (studioso della collezione gioviana della Pinacoteca civica) e Alessandra Collina (restauratrice del dipinto). La Pinacoteca civica di Como prosegue in questo modo il percorso di valorizzazione della figura dell’umanista comasco Paolo Giovio e della sua collezione di ritratti di uomini illustri grazie al restauro del dipinto raffigurante Fausta Mancini, appena concluso grazie al sostegno di Inner Wheel.

Fausta Mancini – nata a Roma nel 1519, era assai nota nell’ambiente romano del Cinquecento: morì di parto nel 1543, a soli 24 anni, evento che colpì profondamente l’ambiente letterario romano tanto che in sua memoria dopo la morte scrissero, tra gli altri, Annibal Caro, Michelangelo, e Dionigi Atanagi. E’ rappresentata di profilo e velata come la “Velata” di Raffaello ma tiene chiuso con la mano destra il velo in modo tale da non poterne vedere l’abbigliamento. Questo gesto potrebbe essere messo in relazione a quelle doti di modestia e di castità, espresse dai modi gentili e verecondi, tanto lodate dai poeti suoi contemporanei. L’identificazione è assicurata dall’epigrafe perché non esistono fonti iconografiche note cui riferirsi anche se Vasari ricorda, nella vita del grande miniaturista Giulio Clovio, un ritratto oggi sconosciuto, della Mancini, la cui esistenza è confermata da una lettera dello stesso Clovio ad Alessandro Farnese, amante della Mancini e committente dell’opera. 

Come spiega Bruno Fasola, uno dei massimi esperti della collezione gioviana, è noto che nella collezione gioviana erano presenti anche ritratti femminili: quello di Rossellana “Uxor Solimani” (oggi in collezione privata), e altri non più rintracciabili (quello di Lucrezia Borgia, del quale si avevano testimonianze della sua presenza in Como fino alla prima metà del XX secolo, o di  Bianca Cappello, Gameria e Giulia Gonzaga , conosciuti attraverso le copie). 
L’intervento di restauro, eseguito dalla restauratrice Alessandra Collina, ha permesso di ritrovare le cromie originali del dipinto, esaltando la leggerezza del velo, oltre che la delicatezza dell’incarnato del volto della donna. Il restauro inoltre ha messo in evidenza una discreta qualità pittorica, pur con qualche incertezza nella realizzazione della mano, ma una esecuzione non sufficientemente caratterizzata per poter formulare un’ipotesi attributiva. Si potrebbe pensare che il ritratto gioviano sia quello descritto nella lettera di Annibal Caro, visto che di esso non ci sono più tracce e che Giovio era particolarmente legato alla famiglia Farnese, o che da esso sia stato tratto ma non avendo alcuna descrizione del ritratto del 1543 o del disegno del Clovio questa rimane solo un’ipotesi non suffragata dai documenti ma solo plausibile vista la possibile attribuzione  della tela comasca ad un pittore romano del primo ‘500. 
 
“Tra i numerosi ritratti della collezione Gioviana custoditi nei depositi della nostra Pinacoteca – afferma Gemma Pirondini, presidente dell’Inner Wheel - uno in particolare ci ha affascinato per la sua squisitezza, quello di Fausta Mancini, unica donna fra i tanti personaggi da noi visionati. Abbiamo quindi pensato di toglierla dal lungo torpore e di restituirla alla Pinacoteca e alla città in tutta la sua rinnovata bellezza, con l’auspicio che il Club Inner Wheel di Como possa dare un piccolo ma importante contributo all’accrescimento del nostro patrimonio culturale.” 
 
“L’opera inedita verrà mostrata in Campo quadro sino al 3 settembre – spiega Veronica Vittani, responsabile dei Musei civici – quindi è prevista la sua valorizzazione accanto ai ritratti della collezione gioviana già esposti e di quelli di cui si sta completando il recupero, in una prossima esposizione e in due nuove sale che verranno riallestite al piano nobile della Pinacoteca”.
 
“Si tratta del decimo dipinto della collezione, tra quelli conservati nei depositi e mai visti prima, che dal 2020 ad oggi la Pinacoteca ha potuto restaurare attraverso l’Art Bonus e ai finanziamenti di enti, club e associazioni come l’Inner Wheel, che ringraziamo sentitamente per l’attenzione e la sensibilità riservata al nostro patrimonio – afferma l’Assessore Enrico Colombo.  Il percorso di rilancio della nostra Pinacoteca sta riscontrando una grande attenzione da parte della Cittadinanza che sta riscoprendo e, soprattutto, si sta affezionando al più giovane dei nostri Musei. Le nostre collezioni civiche sono un elemento unico di rilievo della nostra identità di comensi

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