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Il caso

Il luna park è una questione sociale: "Il sindaco si metta una mano sul cuore"

60 famiglie in difficoltà, senza lavoro e senza un luogo dove portare le loro case su ruote

Come abbiamo anticipato ieri, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, che di fatto ha respinto il ricorso sulla base della ristrettezza dei tempi ma non entrando nel merito delle ragioni che rimanda al Tar, e compensando per l'eccezionalità dei motivi le spese, suddivise quindi equamente tra le parti in causa, i giostrai hanno espresso le loro ragioni questa mattina a Muggiò.

Ragioni unite a un appello al sindaco di Como, Alessandro Rapinese: "Il nostro - ha detto Christian - è un problema sociale. Da una vita per due mesi all'anno noi siamo cittadini di Como. Abbiamo anziani da accudire e bambini da portare a scuola. Mia nipote è nata a Como il 2 aprile del 1985 all'ospedale Sant'Anna. Capiamo benissimo che non ci sono i tempi per aprire il luna park il 16 marzo ma a noi basta fare anche solo due weekend invece dei quattro abituali.  Ci sono 60 famiglie che aspettano una risposta: un luogo dove portare le nostre case su ruote. Noi abbiamo bisogno di lavorare e i comaschi hanno ancora voglia di divertirsi: il sindaco sta negando entrambe le cose. 

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Tra i presenti anche una residente di Muggiò, Franca Schena, infuriata per l'addio, salvo colpi di scena, del luna park: "Le giostre non hanno mia dato fastidio a nessuno, qui tutti le vogliono ancora. Non dobbiamo demolire tutte le tradizioni. Caso mai il problema dell'area di Muggiò è la raccolta differenziata che va portata altrove. Se devo partire n cantiere che parta in fretta, ma visto come stanno le cose non si capisce per quale motivo non si debba fare il luna park".

I consiglieri di opposizione Tufano (Fratelli d'Italia), Molteni (Gruppo misto), Legnani e Lissi (PD). Quest'ultima si è espressa così: "A questo punto, ma come sapevamo già, non ci sono verti motivi per allontanare il luna park da Muggiò. Non c'è nessun cantiere attivo, ora si tratta di capire che c'è un problema umano e sociale:: bambini che non sanno dove andare a scuola e 200 persone senza lavoro che in questo periodo non sanno dove andare a vivere. Visto che sono disposti a ridurre il periodo di permanenza e a togliere la musica che ad alcuni dava fastidio, bisogna mettersi una mano sul cuore e accogliere la loro richiesta".   

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