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Il Parco del Monte Barro, vedute da brividi

Itinerari del lago di Como

Sull'altra sponda del lago di Como, in zona Galbiate, il Parco del Monte Barro è un luogo che merita di essere scoperto per le sue vedute mozzafiato e per le innumerevoli proposte alla scoperta di alcuni aspetti dell’ambiente del versante orientale della montagna, tra San Michele, la Baita Pescate e il Prato Bellavista. Nelle postazioni collocate lungo il percorso si avrà modo di approfondire diverse tematiche naturalistiche e non: ci si potrà mettere alla prova con il riconoscimento delle principali specie floristiche presenti, supportati da immagini e da descrizioni, scoprire il funzionamento dei boschi e osservare un intervento di miglioramento forestale, conoscere l’importanza che aveva il bosco per l’uomo, conoscere gli animali e i funghi del Monte Barro, imbattersi nel mondo degli orgasnismi, talora minuscoli, che popolano le acque e gli alberi morti e scoprire una sorgente perenne che alimenta un antico lavatoio e dà inizio al Rio San Michele.

Il Monte Barro, interamente compreso nell'omonimo parco regionale, si trova a sud ovest delle Grigne ed è delimitato dall'estremità orientale del Lago di Como, dal lago di Annone, dal lago di Garlate e dalla sella di Galbiate. E’ un rilievo calcareo-dolomitico alto 922 m, completamente isolato dai monti circostanti e direttamente affacciato sull'alta pianura, e costituisce un vero avamposto delle Prealpi Lombarde verso la Pianura Padana. Il parco è un Sito di Importanza Comunitaria, ossia una delle aree europee ritenute di maggiore importanza per la conservazione della natura inseriti nella Rete Natura 2000. 

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Il Parco è caratterizzato da un ambiente naturale facilmente accessibile che concentra in una superficie relativamente modesta molteplici motivi di interesse naturalistico, storico, archeologico e paesaggistico. L'area del parco comprende soprattutto da boschi, praterie e rupi che ospitano un'eccezionale ricchezza floristica (oltre 1000 specie di piante in meno di 700 ettari!): l'inserimento nel distretto insubrico, gli eventi connessi alle glaciazioni pleistoceniche, il substrato calcareo-dolomitico ed altri fattori sono alla base della straordinaria biodiversità di questo piccolo monte. Data la sua posizione strategica inoltre il Monte Barro costituisce punto di passaggio per numerose specie di uccelli che vengono monitorati e studiati nella Stazione Ornitologica di Costa Perla, un ex roccolo riconvertito in osservatorio scientifico. 

Accanto alle emergenze naturalistiche, le campagne di scavo archeologico hanno messo in luce, unico esempio in Italia, un vasto e articolato insediamento residenziale e militare di età gota (V-VI secolo), i cui principali manufatti sono esposti nel Museo Archeologico del Barro (MAB) presso il Centro Parco dell'Eremo. Il Museo Etnografico dell'Alta Brianza, realizzato nel borgo medievale di Camporeso, rappresenta infine un ulteriore polo di notevole interesse culturale e didattico.
 

Lungo il percorso sono disposte una serie di edicole, visualizzabili anche dal sito, in cui si illustrano nell’ordine:

1. I boschi del Monte Barro
2. La sorgente e il Rio San Michele
3. Arbusti e fiori del sottobosco
4. Il ceduo e la fustaia – I massi erratici
5. Il bosco e le aiuole della Baita Pescate
6. Uomini e boschi
7. Gli animali del Monte Barro
8. Il vecchio albero e i funghi del Barro
9. Gli alberi del bosco della Baita Pescate
10. Gli ambienti di transizione

L’interesse paesaggistico ed escursionistico del Monte Barro è quindi legato soprattutto ai magnifici panorami che esso offre sulle colline della Brianza, costellata da laghi di origine glaciale, sulla valle dell’Adda, sulle Grigne, sul Resegone, sui Corni di Canzo, per finire con un’ampia porzione della Pianura Padana, bordata dalle Alpi piemontesi. La bellezza di questi paesaggi è tale da essere da tempo riconosciuta, come scriveva Carlo Redaelli in Notizie istoriche della Brianza: "Nessun altro luogo della zona offre forse come il Monte Barro vedute si estese, si variate e pittoresche, non dirò soltanto dalla più alta vetta, ma anche dal convento de’ Francescani, e da altre parti. Un orizzonte interminabile s’apre tra mezzodì e ponente. Alcuni monti del Vallese, e le alpi Graje e pennine, quasi sempre coperte di neve, ci mostrano i confini d’Italia. Il monte Rosa pure superbo primeggia sopra d’ogni altra sommità". 

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Come raggiungerlo

Con i mezzi privati
Il Parco vi consiglia di raggiungere il monte Barro con i mezzi pubblici o a piedi, ma esistono comunque molte aree per il parcheggio gratuito in base alle varie destinazioni.

Con i mezzi pubblici e a piedi
Il Parco è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. I punti di accesso principali sono tre stazioni dei treni e una fermata degli autobus, da cui è descritto il percorso per raggiungere i sentieri e le località del Parco. 

Dalla stazione di Sala al Barro
A piedi: lungo il sentiero 311, segnalato fin dalla stazione di Sala al Barro, si giunge a Camporeso, oppure alla falesia di arrampicata e poi al Parco Archeologico dei Piani di Barra.

Dalla stazione di Valmadrera
A piedi: dalla stazione si raggiunge l’abitato di Malgrate Gaggio, e da lì il sentiero 306, che porta in breve a Pian Sciresa.

Osserva il percorso su Google Maps
Consulta gli orari dei treni

Dalla stazione di Lecco
A piedi: Passando dal centro città, dal panoramico lungolago di Lecco e attraversando il “Ponte Vecchio”, si giunge all’imbocco segnalato del sentiero 304, che in breve conduce a Pian Sciresa o a San Michele.

In autobus: dalla stazione, le linee extraurbane D55 e LGV portano direttamente a Galbiate.

Dalla fermata degli autobus di Galbiate
A piedi: seguendo le indicazioni stradali del Parco si possono raggiungere tutte le località d’interesse.

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