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Servizio taxi a Como bocciato, Legnani: "L'Autorità ha rilevato troppi errori e carenze"

Nuove polemiche sul nuovo regolamento annunciato da Palazzo Cernezzi

Si accende nuovamente la disputa politica sul servizio Taxi a Como. A denunciare che il nuovo regolamento annunciato dalla giunta Rapinese sarebbe stato bloccato sul nascere è il consigliere comunale del Partito Democratico Stefano Legnani: "L’Autorità di Regolazione dei Trasporti - dichiara.- ha sonoramente bocciato la bozza del nuovo regolamento sul servizio taxi che la Giunta Rapinese aveva preannunciato di voler fare approvare dal Consiglio Comunale prima della scorsa estate. Molte le carenze e gli errori sottolineati dall’Autorità, tra i quali la mancanza di analisi sull’effettiva domanda del servizio necessaria per determinare il fabbisogno delle licenze, compresa un quota da destinare alla domanda di servizio taxi da parte delle persone a mobilità ridotta, l’assenza della possibilità del taxi sharing, una modalità di trasporto che favorirebbe il decongestionamento del traffico, e di aggregazione con i comuni vicini per individuare un bacino sovracomunale per il servizio, opportunità molto utile soprattutto nella stagione turistica"

"E’ stata anche sottolineata - prosegue Legnani - la mancata previsione di un sistema di monitoraggio della domanda e dell’offerta, oltre che della possibilità di avvalersi per la chiamata dei taxi dei vantaggi offerti dalla digitalizzazione e da altre tecnologie innovative, come ad esempio App di intermediazione tra domanda e offerta del servizio. Ed ancora, l’assenza di criteri oggettivi per l’aggiornamento delle tariffe e della predeterminazione di tariffe per percorsi prestabiliti, nonché dell’obbligo di accettazione del pagamento con carte di credito o altre forme alternative all’uso del contante. Infine, è stata evidenziata la mancata previsione di standard di qualità misurabili dagli utenti, così come quella che nel concorso per l’assegnazione delle nuove licenze sia introdotto l’obbligo di conoscenza della lingua inglese e dei luoghi di maggiore interesse turistico, nonché dell’utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale" prosegue.

"Un regolamento quindi che sarebbe nato già vecchio, privo di quegli aspetti innovativi che avrebbero garantito una maggiore qualità del servizio, ed anche un’attenzione all’ambiente. Grave in particolare, per un’Amministrazione che si vanta di avere tra i suoi obiettivi l’informatizzazione, l’assenza di quelli strumenti che offrono le nuove tecnologie. Se tutto ciò si unisce alla promessa del Sindaco di “stampare” licenze taxi, promessa inattuabile non avendo l’Amministrazione comunale un tale illimitato potere, come confermato dal fatto che a distanza di un anno dalle elezioni comunali ciò non è avvenuto, non si può che prendere atto del fallimento di questa Amministrazione su un tema che meriterebbe un serio approfondimento".

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