Il cuore giovane di Plinio il Vecchio, il programma dei concerti a San Fedele
Orchestra da camera di Como Franz Terraneo è orgogliosa di dare il proprio contributo alle Celebrazioni per il bimillenario dalla nascita di Plinio il Vecchio. Lo farà con due concerti. Il primo si terrà nella Basilica di San Fedele, venerdì 21 luglio 2023. Esso avrà al centro l'esecuzione del prestigioso concerto per violoncello e gruppo da camera in re maggiore di Franz Joseph Haydn che, a differenza di quello in do maggiore, sempre di Haydn, è eseguito molto raramente perché tecnicamente impervio. Solista la giovane austriaca Aloisa Wetter, vincitrice della masterclass di violoncello di Villa Bernasconi (Cernobbio), svoltasi lo scorso autunno e organizzata dall'Associazione Culturale Polifonie. Completeranno il concerto altri due brani di Haydn: l’ouverture da L'isola disabitata e la Sinfonia n.6 in re maggiore, detta Il Mattino.
"Questo nostro inno ad Haydn è anche un inno ai giovani talenti e alle iniziative rivolte alla loro crescita e formazione, grazie all’applicazione di quello spirito critico che incoraggia i confronti e le sfide intelletuali, del quale la Naturalis Historia è esempio lampante. Tanto più lo sarà quando, grazie al progetto di riedizione proposto dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del bimillenario dalla nascita di Plinio il Vecchio, questa fondamentale opera sarà più accessibile e meglio comprensibile a tutti. Anche in questo caso la parte solistica sarà a?data a giovani esecutori: sarà compito di giovani studiosi pliniani, con particolare riferimento all’ambito filologico, arricchire le note, creare nuovi indici e una nuova appendice iconografica. Il centro del concerto è quindi, la celebrazione di un importante anniversario che verrà illustrata dalla massima autorità a riguardo: il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del bimillenario dalla nascita di Plinio il Vecchio, in un un Intermezzo interamente dedicato. Il nostro concerto vuole amplificare e far risuonare una operazione di divulgazione culturale la quale, a sua volta, darà maggior lustro allo stesso".
Il secondo concerto, venerdì 1 settembre 2023, Basilica di San Fedele, sarà quello che l’Orchestra da molti anni offre alla città per festeggiare il suo Santo Patrono. Quest’anno abbiamo invitato il compositore Umberto Pedraglio a comporre un brano ispirato alla Naturalis Historia. Comasco, affermato esponente dell’avanguardia, ha avuto come Maestro, fra altri, Ivan Fedele presso i corsi dell'Accademia di Santa Cecilia in Roma. Non sappiamo quale tra le molte sfaccettature del grande naturalista, filosofo, governatore, antropologo, zoologo, botanico, studioso di mineralogia, di metallurgia, di medicina e di Arte, fornirà ispirazione al compositore di oggi, libero di considerare il peso che la rilettura dell'enciclopedia pliniana ha avuto nel Medioevo e nel Rinascimento.
Non sappiamo nemmeno se la musica di Pedraglio trarrà spunto dalla tragica morte di Plinio sulle falde del Vesuvio durante l'eruzione che travolse Pompei. Per ora ne conosciamo solo il titolo: Contr- appunti II, per orchestra d’archi. Siamo ansiosi di eseguire qualcosa che entra nella stanza di un gigante e siamo certi che il pubblico sarà felice di seguirci. Il concerto terminerà con un brano, Gli intermezzi goldoniani, di un altro illustre compositore che ha avuto forti rapporti con Como: Marco Enrico Bossi. Di lui si legge sulla Treccani: tra i meriti del Bossi compositore è quello di aver contribuito, dopo Martucci e Sgambati, a creare una produzione italiana di musica da concerto e da camera in un momento in cui sembrava non fosse ammissibile in Italia altro campo di attività per i musicisti che quello dell'opera teatrale. Questo aspetto, di inquietante attualità, rivela solo in parte la grandezza di un gigante dell'organo, compositore apprezzato più nel mondo germanico e anglosassone che da noi, maestro di cappella del duomo di Como. Gli intermezzi Goldoniani rivelano una assoluta padronanza tecnica e una personalità cameristica dalla sensibilità vicina a Grieg, a Brahms, a Tchaikovsky che lascia intravvedere, tra le sonorità tardo-romantiche, il Novecento che avverrà.
IL CUORE GIOVANE DI PLINIO IL VECCHIO
CONCERTO
in collaborazione con Associazione Culturale Polifonie
Venerdì 21 luglio ore 20.15
Basilica di S. Fedele - Como
Franz Joseph Haydn
(Rohrau 31 marzo 1732, Vienna 31 maggio 1809)
• Ouverture in Sol minore da L’Isola Disabitata
Largo Vivace
• Concerto n. 2 in re maggiore per violoncello ed orchestra (1783)
Allegro Moderato Adagio
Rondò. Allegro
• Sinfonia n. 6 in Re maggiore (primavera del 1761) successivamente denominata Il mattino
Adagio - Allegro
Adagio - Andante - Adagio Minuetto e Trio
Finale: Allegro
Non ci si deve fidare di Haydn. Si beve nel calice che egli ci porge con garbo, eleganza e sottile sarcasmo per ritrovarsi a viaggiare nelle illuministiche geometrie del genio. Questo gioco sembra trovare interruzione ne L'isola disabitata, già nella sua ouverture in due movimenti nello stile severo. Sull'ascoltatore si avventa il clima plumbeo della riforma di Gluck che l'inesausto sperimentatore Haydn adotta per distaccarsi dai cliché dell'opera tragica italiana.
Nel concerto in re maggiore per violoncello, invece, Haydn trova una formula tecnicamente ardita per ritrarre uno strumento, ancora ingiustamente tenuto a margine del comporre settecentesco, sorprendentemente agile e acuto in un lungo aprirsi al teatro di se stesso. In questo dipingere un nuovo strumento, un nuovo timbro, Haydn sembra interessato più a dispiegare le qualità decorative delle frasi solistiche che a costruire una complessa armonia. Ne risulta uno splendido lavoro di concertazione fatto di slanci e di ripiego che si conclude un un allegro danzante.
Questo meraviglioso gioco di ritratti era del resto iniziato nel 1761 quando Haydn entro' alle dipendenze del Conte Esterhaszy nel bel palazzo al centro di Vienna. Presso la corte Esterhaszy vigeva una 'politica calcistica' ante-litteram mirante a premiare con compensi aggiuntivi i membri dell'orchestra che mostrassero di possedere qualità virtuosistiche individuali. Forse per ingraziarsi il nuovo datore di lavoro e forse per favorire, anche economicamente, le ambizioni solistiche di alcuni, Haydn esordì con questa sinfonia che distribuisce compiti di 'a solo' a diversi strumenti, dal flauto al violino, ai corni e al meno consueto contrabbasso, mantenendo mirabilmente l'equilibrio classico e riprendendo la tradizione italiana del concerto grosso, allora molto di moda a Vienna e in tutta Europa. Tale sinfonia, il cui primo tempo rimanda a una immaginaria aurora, venne chiamata dai critici, non da Haydn, Le Matin e le due successive sinfonie, senza richiedere troppo sforzo intellettuale, vennero presto ribattezzate l' Aprez-midi e Le Soir.
IL CUORE GIOVANE DI PLINIO IL VECCHIO
CONCERTO S. ABBONDIO 2023
Venerdì 1 settembre ore 20.15
Basilica di S Fedele - Como
• Umberto Pedraglio (1978)
Contr-appunti II per orchestra d’archi (2023)
• Marco Enrico Bossi (Salò, 25 aprile 1861 – Oceano Atlantico, 20 febbraio 1925)
Intermezzi goldoniani
1. Preludio e minuetto
2. Gagliarda
3. Coprifuoco
4. Minuetto e musetta
5. Serenatina
6. Burlesca
L'orchestra FRANZ TERRANEO, in occasione della celebrazione del Santo Patrono di Como, ha invitato il compositore comasco Umberto Pedraglio, affermato esponente dell'avanguardia e allievo tra altri di Ivan Fedele presso i corsi dell'Accademia di Santa Cecilia in Roma, a comporre un brano ispirato alla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, di cui viene ricordata l'importantissima figura quest'anno. Non sappiamo quale tra le molte sfaccettature di un grande naturalista, filosofo, governatore, antropologo, zoologo, botanico, studioso di mineralogia, di metallurgia, di medicina e di Arte fornirà ispirazione al compositore di oggi, libero di considerare il peso che la rilettura dell'enciclopedia pliniana ha avuto nel Medioevo e nel Rinascimento. Non sappiamo nemmeno se la musica di Pedraglio trarrà spunto dalla tragica morte di Plinio sulle falde del Vesuvio durante l'eruzione che travolse Pompei. Siamo ansiosi di eseguire qualcosa che entra nella stanza di un gigante e siamo certi che il pubblico sarà ansioso di seguirci.
A proposito di giganti, che hanno avuto forti rapporti con Como, è impossibile prescindere da Marco Enrico Bossi, di cui si legge sulla Treccani: tra i meriti del Bossi compositore è quello di aver contribuito, dopo Martucci e Sgambati, a creare una produzione italiana di musica da concerto e da camera in un momento in cui sembrava non fosse ammissibile in Italia altro campo di attivita per i musicisti che quello dell'opera teatrale. Questo aspetto, di inquietante attualità, rivela solo in parte la grandezza di questo gigante dell'organo, compositore apprezzato più nel mondo germanico e anglosassone che da noi, maestro di cappella del duomo di Como. Gli intermezzi Goldoniani rivelano una assoluta padronanza tecnica e una personalità cameristica dalla sensibilità vicina a Grieg, a Brahms, a Tchaikovsky che lascia intravvedere tra le sonorità tardo-romantiche il Novecento che avverrà...