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Cronaca Drezzo

Autisti "privati" e sentinelle per spacciare nei boschi dell'Olgiatese: maxi operazione dei carabinieri

Sette persone in manette, altre sei sono ricercate

Duro colpo inferto all'organizzazione di spaccio di droga nei boschi dell'Olgiatese e non solo. Tutto parte da un'attività investigativa iniziata a gennaio 2020 riguardante un giro di spaccio nelle aree boschive di Colverde. Da lì l'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica lariana e condotta dai carabinieri della compagnia di Como ha permesso di individuare ben 13 persone che costituivano a vario titolo l'organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti tra l'Olgiatese e il Varesino e che poteva contare su acquirenti provenienti anche dalla Svizzera. 

Gli arresti

Nella mattina del 18 maggio 2021 i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Como insieme all'unità cinofila dei carabinieri di Casatenovo e ai colleghi dei diversi territori - e con l'ausilio di un elicottero dell'Arma di Orio al Serio - hannodato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Como nei confronti di 13 indagati. Gli arresti sono avvenuti a Lurate Caccivio, Bisuschio (VA), San Fiorano (LO), Casale Litta (VA) Messina e Torino. 
Non tutti, però, sono finiti in manette. L’operazione è stata articolata in due fasi distinte: nella prima, dall’alba e per tutta la giornata con ininterrotte ricerche, sono stati rintracciati ed arrestati sette persone: sei italiani (di cui tre donne) ed un marocchino (che già si trovava nel carcere di Como). Alle ore 11, parallelamente, si è proceduto a ricercare gli indagati senza fissa dimora (cinque marocchini ed un turco) accampati nell’area boschiva ubicata destinata all’illecita attività, come riscontrato durante il periodo d’indagine. I sei soggetti extracomunitari sono tuttora ricercati.

Il giro di spaccio: l'organizzazione e le sostanze

La rete di spaccio era ben articolata, con un assetto logistico volutamente ben dettagliato: in particolare i soggetti marocchini, individuati quali responsabili della piazza di spaccio, tenevano in piedi una rete organizzativa efficace e laboriosa. La droga veniva detenuta all’interno dell’area boschiva, protetta dall’attenzione di sentinelle situate ai margini della boscaglia, articolate su due “turni” che coprivano le 24 ore, ove i clienti si fermavano rapidamente in macchina per prelevare la droga, passata direttamente tramite il finestrino. In questa attività venivano supportati da soggetti italiani che in cambio di poche dosi di stupefacente, fornivano sostegno logistico, portando i pasti agli spacciatori e accompagnandoli con le proprie autovetture presso le zone di spaccio.
Nel complesso, l’attività investigativa, ad oggi, ha consentito di delineare una rete di soggetti dediti, a vario titolo, allo spaccio di stupefacenti del tipo cocaina, eroina e hashish, individuandoli quali fornitori dei tossicodipendenti delle zone dell’Olgiatese, zone di confine provincia e talvolta di acquirenti provenienti dalla Svizzera.
Secondo gli elementi raccolti nel corso delle indagini sarebbero stati venduti circa 15 chili di cocaina per un valore complessivo di 900mila euro, attività che ha conosciuto una significativa flessione solo grazie al primo lockdown del 2020. Durante il blitz sono stati sequestrati 1,4 chilogrammi di cocaina.

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