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Cronaca Pusiano

Perché i canguri dell'Isola dei Cipressi sono stati confiscati

Tredici esemplari che saranno portati in un'apposita area in Toscana

Da due esemplari - un maschio e una femmina - erano diventati tredici. Una vera e propria colonia di canguri quella che abitava la suggestiva Isola dei Cipressi, nel Lago di Pusiano. Alle prime luci dell’alba del 10 ottobre 2023 il nucleo carabinieri Cites di Ponte Chiasso (specializzati nei controlli sul commercio e traffico di specie animali protette) sono intervenuti insieme ai colleghi del gruppo Forestale della provincia di Como e Lecco coordinati dal tenente Emanuele Barbaro per sequestrare gli animali.

sequestro canguri Isola dei Cipressi

Che tipo di marsupiali sono

I militari hanno prelevato i tredici esemplari di wallaby (macropus rufogriseus) detenuti illecitamente all’interno. Le operazioni, svolte con l’ausilio di personale altamente specializzato, si sono svolte a salvaguardia della sicurezza e del benessere degli animali. I wallaby, nativi dell’Oceania centrale e meridionale, sono piccoli marsupiali appartenenti alla famiglia Macropodidae le cui dimensioni non sono sufficienti per essere considerati canguri nonostante l’estrema somiglianza con questi ultimi. Gli esemplari presenti sull’isola sono stati introdotti negli anni novanta nel numero iniziale di due esemplari, costituendo nel corso del tempo una vera e propria colonia ed attestandosi, al momento della loro cattura, a tredici unità.

Il trasferimento in Toscana

Al termine di una lunga vicenda giudiziaria e su parere della commissione scientifica Cites, gli esemplari presenti sull’isola sono stati destinati in Toscana all’interno di una struttura idonea convenzionata con il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dove potranno vivere liberi e nel rispetto delle loro esigenze etologiche. I carabinieri forestali hanno provveduto a sovraintendere le operazioni di cattura e marcatura dei marsupiali presenti sull’isola mediante un idoneo sistema di identificazione.

Introdotti negli anni '90

"Gli esemplari, infatti, discendenti da un’unica coppia - spiegano in una nota stampa i carabinieri - occupavano l’isola in numero fino a oggi indefinito e in violazione alla normativa che ne vieta la detenzione in quanto considerati animali pericolosi. Inutile il tentativo del proprietario dell’isola di opporsi al provvedimento emesso dal tribunale di Como". Il suo ricorso in Corte di Cassazione, chiariscono inoltre i carabinieri, è stato respinto: "La norma definisce la pericolosità degli animali, non solo in stretta correlazione alla loro aggressività, ma anche a precise ragioni di ordine sanitario. Si vuole sempre più evitare il contatto diretto tra uomo ed animale selvatico al fine di impedire potenziali rischi alla salute pubblica in conseguenza al salto di specie di virus e patologie, come probabilmente già accaduto con il covid. Gli esemplari, assicurano gli esperti, saranno liberi di condurre una vita tranquilla ed in linea con le loro esigenze".

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