Rovi (Pd): "Casetta come il muro, va tolta". Il giallo della panchina

Dopo quelle risuonate lunedì nell'aula consiliare e pronunciate da Eva Cariboni (Amo la mia città) e dal gruppo consiliare di Adesso Como (Ada Mantovani e Alessandro Rapinese), una terza voce politica si aggiunge senza se e senza ma a chi chiede la rimozione della casetta posizionata dal Consorzio Como Turistica sul lungolago. Si tratta di Guido Rovi, consigliere comunale del Pd. Il quale, nel commentare le dichiarazioni rilasciate ieri dal dirigente comunale che ha seguito la vicenda, Giovanni Fazio, che ha ammesso l'errore nella mancata valutazione dell'aspetto paesaggistico prima della "nascita" della casetta, dapprima ha parlato di "impatto ambientale e paesaggistico come quelli del muro. Basta paradisi dei salami a pelo d'acqua". Parole durissime di un "mite", a cui - per rendere più chiaro il concetto - lo stesso Rovi ha aggiunto: "La casetta va tolta". Parole durissime, dunque, che provengono tra l'altro dalla maggioranza politica di Palazzo Cernezzi, non dai banchi dell'opposizione.

Nel cuore della tempesta incipiente, per ora comunque la casetta è sempre al suo posto. La data ufficiale per qualche sviluppo, infatti, rimane martedì prossimo con la Conferenza dei servizi nella quale si esprimeranno anche Provincia e Soprintendenza.

In questo quadro, peraltro, oggi va segnalata una curiosità: per lunga parte della giornata, davanti alla porta della casetta è apparsa nientemento che una panchina, dello stesso identico modello di quelle che punteggiano la passeggiata. Atto vandalico o artigianale sigillo alla porta d'ingresso per evitare intrusioni? Il giallo, per ora, rimane tale.