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Cronaca

Prima riunione del nuovo cda di Ca' d'Industria: Frisoni nominato presidente

Si è riunito ieri per la prima volta il nuovo cda di Ca' d'Industria che ha nominato all'unanimità il nuovo presidente Paolo Frisoni. Nomina già annunciata da settimane e per questo scontata. Frisoni ha quindi enunciato la "missione" del nuovo cda...

Si è riunito ieri per la prima volta il nuovo cda di Ca' d'Industria che ha nominato all'unanimità il nuovo presidente Paolo Frisoni. Nomina già annunciata da settimane e per questo scontata. Frisoni ha quindi enunciato la "missione" del nuovo cda: rilanciare l’immagine della Fondazione, fiore all’occhiello della città di Como, e trasparenza verso l’esterno. Ma soprattutto valorizzazione e massima tutela della figura degli anziani che è e deve continuare a essere il primo e principale obbiettivo.

A dispetto dei buoni propositi, però, il cda di ca' d'Industria dovrà fare i conti con non pochi grattacapi, per lo più ereditati dalla precedente gestione presieduta da Domenico Pellegrino. Innanzitutto l'appalto per le mense degli ospiti della casa di riposo. Su questo punto si è espresso oggi il consigliere Gaspare Polizzi (nominato in quota Pdl): "Come consigliere, mi sono già prestato a visionare l’ormai famoso contratto d’appalto relativo al servizio di ristorazione. E’ assurdo che si sia potuto impegnare la Fondazione per un periodo di addirittura 10 anni senza alcuna possibilità di recesso e soprattutto con automatica rinnovazione della durata di tale contratto per altri 10 anni in caso di mancata disdetta entro 10 mesi. Come assurdo, inconcepibile e giuridicamente e commercialmente inspiegabile è il fatto che si sia potuto prevedere in favore della società appaltatrice del servizio mensa un “minimo garantito” di pasti fatturabile a prescindere dall’effettivo utilizzo del servizio. In pratica, anche qualora si decidesse di non utilizzare il servizio mensa esternalizzato, bisognerà comunque provvedere al pagamento di una somma pari a circa 200 mila euro mensili per 10 anni. In pratica è un vero e proprio contratto capestro. Da parte mia - ha concluso Polizzi - proporrò comunque al consiglio di valutare la possibilità di risolvere il contratto, oltreché la fattività di una simile risoluzione sotto il profilo giuridico, pur tenendo presente che non sembra essere possibile alcun tipo di recesso dallo stesso, stante la mancanza di una specifica clausola o previsione in tal senso".

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