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Cronaca

Lo schiaffone di Lecco a Como: "Per la futura Provincia meglio Monza"

Ha dell'incredibile lo schiaffo assestato a Como e provincia e alle rispettive classi dirigenti imprenditoriali e politiche dal sindaco di Lecco, Virgio Brivio (tra l'altro esponente Pd) e dall'assemblea dei sindaci del Lecchese che si è espressa...

Virginio Brivio

A dimostrarlo quasi con brutalità è stato, come si diceva, il voto dell'assemblea dei sindaci lecchesi: sebbene con sole 35 fasce tricolori presenti (unico astenuto Mandello del Lario), numero che tecnicamente non ha assicurato il numero legale alla votazione pur rappresentando la maggioranza della popolazione della provincia, l'organismo si è espresso soltanto genericamente per il mantenimento dell'unità del lago e della Brianza comunque connesse a Monza, senza però indicare espressamente alcuna unità con Como. E questo a tutto favore di un altro passaggio fatto inserire nel testo su esplicite pressioni del consigliere regionale lecchese Mauro Piazza (Ncd) e del sindaco dem di Lecco, Virginio Brivio, in cui si indica chiaramente la preferenza per la strada della possibile alleanza con Monza. Di fatto, non curandosi affatto del tanto recriminato rischio di smembramento del territorio lanciato da Como più volte, dove l'antidoto migliore è sempre parso il ritorno alla grande provincia Como-Lecco esistita fino al 1992.

Ipotesi fatta a pezzi, come accennato, sia dal consigliere regionale lecchese Mauro Piazza, il quale ha addirittura citato il caso del Lago di Garda che pur suddiviso addirittura fra 3 Regioni non avrebbe mai risentito della questione, sia dal sindaco di Lecco Virginio Brivio che ha espressamente chiesto l'inserimento nel documento dell'ipotesi Lecco-Monza sottolineando che "sul lago poi si può continuare a lavorare attraverso i distretti turistici e culturali che andranno sicuramente potenziati", aggiungendo inoltre che "Monza è una buona soluzione" e che l'ipotesi sarà portata in consiglio comunale.

Insomma, una piega ben diversa da quella invocata a Como per il futuro delle aree vaste anche perché sull'altro ramo del Lario si ritiene poco realistica una maxi-aggregazione Como-Lecco-Monza che isolerebbe Varese e che, tra l'altro, sarebbe in palese conflitto con le suddivisioni imposte in campo sanitario dalla recente riforma regionale. La palla, ora, passa nuovamente ai comaschi. Che però, da oggi, dovranno confrontare le proprie prospettive con quello che si riteneva il partner ideale e che invece sembra tutt'altro che entusiasta dell'abbraccio partito da Como.

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