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Cronaca

La doppiezza di Paco Sel esalta la debolezza Pd. E Spallino rafforza se stesso e la sua lista

La sua unilaterale volontà di chiudere ogni rapporto con il sottoscritto nel luglio di un anno fa per un articolo sulla vicenda Libeskind non gradito ci ha impedito di poter telefonare ieri all'assessore Lorenzo Spallino per chiedere una replica...

La sua unilaterale volontà di chiudere ogni rapporto con il sottoscritto nel luglio di un anno fa per un articolo sulla vicenda Libeskind non gradito ci ha impedito di poter telefonare ieri all'assessore Lorenzo Spallino per chiedere una replica alla bordate espresse da Paco Sel nei confronti della sua lista, Como Civica, e del Pd. Nel contempo, il capogruppo della lista Marco Tettamanti - a cui va riconosciuta comunque un'ineccepibile correttezza formale nei nostri confronti - interpellato, ha legittimamente preferito non commentare a caldo lo stesso tema.

bruno-magattiDunque, per dare conto del piccolo capolavoro politico del titolare della delega all'Urbanistica ci aggrappiamo alle frasi da lui riferite al Corriere di Como. Testualmente, queste: "Sono pronti (Paco Sel, ndr) ad andarsene. Lo faranno al momento del referendum costituzionale. Certo che suona incredibile come Bruno Magatti possa restare in giunta". Poche parole che - soprattutto a fronte del "tremolante" comunicato diffuso soltanto su Facebook (!) dal Partito Democratico, capace di affidare all'oceano indistinto del social il commento su uno degli eventi più significativi da 4 anni a questa parte - centrano in pieno tutti i temi veri che ha posto sul tavolo l'uscita pubblica di Paco Sel. Anzi, di più. In virtù dell'estrema chiarezza della propria posizione, sembrano consegnare, almeno momentaneamente, il pallino dei giochi in Comune a Como Civica, non senza una certa sorpresa per questa irruzione politica a tutto tondo dopo 4 anni di sostanziale silenzio su rapporti, equilibri e fratture interne alla maggioranza.

Spallino, d'altronde - in virtù di una coerenza assoluta ancorché contestabilissima sulla linea del "non mollare mai" e molto abile nel trasformare le doppiezze e le fragilità altrui in rafforzamento della centralità sua e della sua lista - ha colto in pieno la macroscopica anomalia delle ultime ore. E cioè quella che vede una lista come Paco-Sel demolire da capo a piedi gli (ex?) alleati su mille fronti (quasi tutti assolutamente centrali) salvo poi invitare l'assessore di riferimento, Bruno Magatti, a rimanere saldamente in giunta. Ossia, nella stanza dei bottoni dove - ben più che in consiglio comunale o in un coordinamento politico tra partiti che finora si è rivelato poco più che un inutile orpello - vengono decise e condivise le azioni cardine dell'amministrazione Lucini.

E', come ha detto l'assessore all'Urbanistica, un nonsense assoluto tanto più a fronte della comunicazione di Celeste Grossi e Luigino Nessi di voler assumere da ora in poi un atteggiamento in aula che li porterà a votare i singoli provvedimenti in arrivo dall'esecutivo in base al solo principio della condivisione o meno, ben oltre qualsiasi "obbligo/dovere" di lealtà alla coalizione del 2012. Se così accadesse realmente, da adesso alla fine del mandato si avrebbero due scenari possibili: un assessore che - non avendo firmato il pesantissimo documento anti Pd e Como Civica - potrebbe continuare a condividere e avallare le scelte della giunta, pur anche con spirito critico, per poi affidarsi ciecamente alla decisione del caso dei "suoi" due consiglieri comunali; oppure Magatti, pur non avendo né firmato il documento né presenziato alla conferenza stampa, dovrebbe assumere la stessa posizione illustrata ieri da Grossi e Nessi e diventare una sorta di variabile impazzita nella giunta, pronto ad approvare o bocciare in totale autonomia dal resto degli assessori le delibere del momento se gradite o meno, ottenendo poi in aula la perfetta adesione alla sua scelta da parte dei consiglieri. Sempre, naturalmente, oltre ogni logica unitaria con gli altri partiti. Un quadro, benché sintetico e per certi versi sicuramente estremizzato, credibile come la ripartenza del cantiere paratie da qui a un paio d'ore.

giunta-como-13lug15La realtà, come ha brutalmente sintetizzato Spallino con efficacia estrema, è che "suona incredibile come Bruno Magatti possa restare in giunta" davanti alla critiche devastanti e su questioni di fondo espresse a Pd e Como Civica da Paco Sel, il cui tentativo di operare una sorta di distinzione politica e quasi etico-morale tra sé e le altre liste di maggioranza è come minimo tardivo e in apparenza poco sostenibile se calato nella realtà. A meno che, naturalmente, l'ottica di Paco Sel non sia voler far pesare i due preziosissimi voti di "proprietà" in consiglio a fronte di un centrosinistra che tra perdite dolorose (Eva Cariboni) e variabili fuori controllo (Gioacchino Favara, Raffaele Grieco) ha visto il suo margine numerico sull'opposizione assottigliarsi pericolosamente nel corso dei mesi.

Ma c'è un secondo tema che le affermazioni dell'assessore di Como Civica pongono indirettamente sul tavolo, oltre alla "profezia" - certamente credibile - che le mosse di allontanamento di oggi dell'ala sinistra della coalizione siano la premessa esplicita per lo strappo finale quando a ottobre saranno in gioco le riforme costituzionali del governo Renzi.

davQuel secondo tema è la redistribuzione degli equilibri tra i partiti del centrosinistra comasco, se non in termini di puro peso elettorale (quello lo ristabilirà con precisione il voto del 2017) almeno in tema di leadership fuori e dentro il Comune. E, in questo, il terrificante comunicato conciliativo diramato ieri notte su Facebook dal Pd in merito alla bordate di Paco Sel - chissà se gradito alla base dem che in 4 anni, senza smarcamenti, ha dovuto trangugiare molte pillole amare per lealtà (anche cieca, talora) - ha certamente fatto un enorme favore a Spallino e a Como Civica.

fanetti-orsenigoMentre la sinistra ieri picconava credibilità, storia recente e provvedimenti specifici dei suoi compagni di viaggio, infatti, i segretari cittadino e provinciale, oltre al capogruppo a Palazzo Cernezzi del Pd, affermavano che nonostante tutto "il percorso di confronto intrapreso nelle scorse settimane, mirante ad una condivisione delle linee politiche e al raggiungimento di quegli obiettivi ritenuti da tutti fondamentali per la nostra città, sia e debba continuare ad essere la maniera con cui forze affini si confrontano per il bene di Como". "Dispiace constatare che la componente di maggioranza Paco Sel avverta questo disagio - prosegue morbidissima la nota - e lo esprima con questo sostanziale comportamento, sospeso tra la bocciatura politica dell’operato degli alleati e il contemporaneo appoggio alla maggioranza stessa. Il Partito Democratico resta aperto al confronto ed invita tutte le forze politiche a rilanciare il coordinamento politico, luogo d’incontro delle diverse istanze del medesimo progetto".

Lucini-31dic15Righe che, ben lungi dall'affrontare con la necessaria decisione il tema drammatico di una maggioranza in sfaldamento, sembrano dimostrare due cose: paura di "non passare la nottata" e mano disperatamente tesa anche a chi ti prende a schiaffoni pur di salvare la giunta dal naufragio. Giunta la cui sopravvivenza, ormai, pare diventata non più un mezzo per realizzare un programma politico e amministrativo, ma il fine stesso di qualsiasi azione. Una dichiarazione di debolezza incredibile da parte dei vertici del partito di maggioranza relativa, che pare disposto a tutto - anche a farsi prendere a pesci in faccia e poi porgere l'altra guancia - pur di guadare il fiume pieno di vortici, mulinelli e alligatori e arrivare a qualunque costo in sella alla sponda del 2017.

Si aprono praterie, con un Pd così, per gli innalzamenti di asticella di Paco Sel, per il mantenimento di un assessore in giunta a dispetto di una frattura politica abissale con gli alleati e per il rafforzamento stesso di Como Civica e in particolare di un potenziale candidato sindaco quale Lorenzo Spallino, tra i pochi assessori a poter effettivamente mostrare un carnet di risultati conseguiti nella giunta Lucini. Indebolirsi per rafforzare amici e nemici: destino davvero assurdo quello che sembra disegnare su stesso il Pd comasco.

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