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Cronaca

Cucina unica, Silvia Magni: "Capisco i timori, incontrerò le famiglie. Ma il servizio migliorerà"

"Ci aspettavamo la reazione delle famiglie, personalmente non sono sorpresa. Siamo sempre stati consapevoli che la proposta di un centro unico di cottura poteva sollevare dubbi e preoccupazioni essendo una novità di forte impatto. Ma entro la...

"Ci aspettavamo la reazione delle famiglie, personalmente non sono sorpresa. Siamo sempre stati consapevoli che la proposta di un centro unico di cottura poteva sollevare dubbi e preoccupazioni essendo una novità di forte impatto. Ma entro la prima metà di novembre faremo un incontro aperto alla cittadinanza sulla questione e quasi certamente quel momento di confronto non sarà l'unico". Silvia Magni, vicesindaco di Como e assessore alle Politiche Educative, risponde con tono tranquillo. Non appare né turbata né sorpresa dal grande clamore che ha suscitato l'annuncio di prossimo chiusura delle 17 cucine scolastiche disseminate nelle strutture cittadine a favore di un nuovo centro unitario di cottura dei cibi da realizzarsi - con una spesa di circa 700mila euro - nel complesso di via Isonzo. Eppure, un po' per la novità in sé, un po' perché i propri figli - a partire presumibilmente dal prossimo anno scolastico - dovranno trasferirsi nel vicino edificio di via Picchi, decine di mamme e papà proprio della scuola di via Isonzo hanno già sottoscritto una petizione per chiedere un ripensamento alla giunta. E anche a livello politico il tema si è fatto rapidamente incandescente. Non tanto, però, da innescare dubbi particolari in Silvia Magni, convinta di poter illustrare vantaggi e benefici del cambiamento in arrivo.

"Bisogna tenere presente innanzitutto un fattore - spiega il vicesindaco - La decisione di avviare l'iter per il centro unico di cottura è stata comunicata soltanto martedì scorso, dunque sono passate poche ore e capisco che serva tempo a tutti, specialmente alle famiglie, per avere un quadro definito di cosa cambierà. Capisco le preoccupazioni, ed è proprio per questo che organizzeremo gli incontri aperti alla cittadinanza. Detto questo, credo che la strada che abbiamo intrapreso sia giusta e che soprattutto possa tutelare i bambini, il personale comunale e quindi anche le famiglie che ora hanno dubbi". "La concentrazione in via Isonzo del nuovo centro unico di cottura - aggiunge Silvia Magni - consentirà di aumentare il numero di pasti preparati, di liberare ampi spazi nelle 17 scuole dove le cucine non saranno più operative e di migliorare l'approvvigionamento degli alimenti facendo calare spese e tempi legati oggi alla presenza di così tanti punti diversi dove si preparano gli alimenti. Sul fronte della spesa, inoltre, è vero che 700mila euro per realizzare il nuovo centro possono sembrare tanti, ma bisogna tenere conto che se anche procedessimo con un accorpamento più "soft" e non in un'unica struttura, servirebbero comunque circa 500mila euro. E addirittura, se volessimo intervenire per adeguare le 17 cucine attuali, che peraltro si trovano spesso in strutture che non erano nate per ospitarle e che necessitano di interventi legati alle prescrizioni di vigili del fuoco e Asl, spenderemmo comunque 400mila euro. Per questo dico che bisogna guardare alla nostra scelta anche in prospettiva". Ciò su cui non ha dubbi, il vicesindaco, è sul miglioramento del servizio complessivo. "A parte il fatto che il servizio di cucina continuerebbe a essere gestito direttamente dal Comune, che mi pare un fattore qualificante e tutt'altro che secondario, il personale stesso avrà la possibilità di lavorare meglio e quindi di garantire un servizio migliore - sottolinea Magni - Basti pensare che, per esempio, potremo avere una linea nuova e tutta dedicata alla preparazione di pasti per i bambini celiaci o con allergie, che oggi strutturata così manca. E per quanto riguarda i timori che i pasti possano perdere in qualità perché preparati e poi trasportati nelle scuole da un'unica sede, credo che sarà il contrario. Abbiamo già fatto prove e via Isonzo è stata scelta proprio perché da quel punto si può raggiungere agevolmente tutta la città. Tra l'altro la Regione già impone tempistiche precise per servire i pasti: le rispettiamo oggi, e potremo fare ancora meglio in futuro". Insomma, la convinzione che la centralizzazione delle cucine in un unico centro sia la strada migliore è netta: "Sì, credo di sì. Il che non toglie che, tramite gli studi e i pareri degli esperti, oltre che grazie al confronto diretto con le famiglie e il personale, si possa via via migliorare e affinare la proposta in fase di elaborazione".

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