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Cronaca

Caso Cesareo, al quinto giorno Spallino twittò: Non un'appestata, ma ha sbagliato

E al quinto giorno, la giunta twittò. Nella settimana in cui politicamente è stato centrale l'ormai arcinoto caso del sopralluogo al palazzetto di Muggiò da parte della presidente della Commissione urbanistica di Palazzo Cernezzi, Andrée Cesareo...

E al quinto giorno, la giunta twittò. Nella settimana in cui politicamente è stato centrale l'ormai arcinoto caso del sopralluogo al palazzetto di Muggiò da parte della presidente della Commissione urbanistica di Palazzo Cernezzi, Andrée Cesareo, assieme all'imprenditore Michele Malerba - anche titolare dell'ufficio in cui la consigliera comunale esercita la professione di avvocato - un membro dell'esecutivo si è espresso, anche se a conti fatti attraverso quella che pare una singola posizione personale (interpellati due giorni fa, il sindaco Mario Lucini e l'assessore Daniela Gerosa hanno preferito non commentare). A farlo, però, è oggi l'assessore (in)direttamente coinvolto dalla vicenda, ossia il titolare della delega all'Urbanistica e "padre politico" della variante al Pgt tuttora in itinere, Lorenzo Spallino. Il quale, naturalmente, si affida all'immancabile tweet per esprimere una doppia opinione sulla vicenda condensata in 140 caratteri.

Il microtesto è il seguente: "A me questa cosa di Andrée Cesareo sembra tanto "e diventi un appestato quando fai uno sbaglio" di Jovanotti", il tutto con tradizionale faccina-che-fa-l'occhiolino a chiusura. Tralasciando l'invenzione assoluta della teorica caccia all'appestata - e l'apparente evocazione di fantasiose macchine del fango ("Fango" è il titolo della canzone) - essendo la questione, come ovvio a chiunque, limitata alla pura opportunità politico-istituzionale di quanto accaduto e legata alla carica pubblica specifica rivestita dalla consigliera dem (per cui le valutazioni espresse qui, ad esempio, sarebbero valse identiche per chiunque), per la prima volta un esponente della giunta va oltre la "buccia di banana" e parla pubblicamente di "sbaglio", pur nel contesto della "fangosa" citazione musicale. Cosa che, a sensazione, era forse il vero messaggio del cinguettio assessorile. Ipotesi, naturalmente.

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