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Maurizio Pratelli

Collaboratore

Il green pass è per tutti ma i teatri restano pieni a metà

Per quale motivo metà immunizzati o negativi devo restare fuori?  

Lo ha chiesto Barbara Minghetti a Como, lo chiede in Regione Letizia Moratti, lo chiedono tutti i teatri d'Italia. Dopo due stagioni di chiusure e aperture a singhiozzo, con l'introduzione del green pass, gli operatori culturali reclamano a gran voce l'occupazione al 100%. Diversamente da quanto succede ad esempio in Inghilterra, in Germania e in Austria, dove in alcuni casi non è nemmeno stata adottata la certificazione verde per gli spettacoli, nel nostro Paese i teatri possono infatti essere occupati ancora ogggi fino ad un massimo del 50% dei posti a sedere. Tutto ciò perchè occorre ancora mantenere il distanziamento.

Insomma, per tornare alla platea piena non basta nemmeno l'adozione ferrea del green pass  Un'anomalia tutta italiana piena zeppa di controsensi. Basterebbe pensare ai mezzi pubblici come bus e metro, dove non serve nemmeno il green pass, per capire che questa è una stortura inaccettabile per una realtà come quella dei teatri che peraltro ha già dimostrato di non essere un luogo di contagio, grazie alla semplice e rigorosa adozione delle mascherine.

Una terza stagione monca sarebbe una catastrofe, non solo economica ma anche sociale. E un segnale politico che il green pass non è solo un provvedimento per costringere anche i più resistenti a vaccinarsi ma anche un mezzo per riavvicinarsi alla normalità, andrebbe dato. Per il rispetto che si deve ai teatri ma soprattutto a quei cittadini che nella stragrande maggioranza, in Lombardia oltre l'80%, si sono vaccinati.  

Perchè delle due l'una: o il vaccino funziona e il green pass è lo strumento che conduce alla sicurezza, oppure così non è e allora casca tutto. Se le regole rimangono le stesse, le stesse applicate prima della sua adozione, allora diventa sempre più difficile dare un senso sanitario al passaporto verde. Tanto più in quei luoghi, come appunto i teatri, dove i presidi sono stati sempre adottati senza eccezioni. 

Se dopo due anni - ma soprattutto mentre il vaccino viene indicato come unica via di salvezza, tanto da farlo diventare praticamente obbligatorio per tutti - non possiamo tornare alla normalità, forse qualcosa non sta funzionando. Un anno fa si andava a teatro distanziati e mascherati ma senza green pass: l'occupazione massima era al 50%. Oggi si va a teatro distanziati, mascherati e col green pass: l'occupazione massima è ancora al 50%. Non è cambiato nulla. 

Ma se a teatro entrano solo persone vaccinate o tamponate, per quale motivo metà immunizzati o negativi devo restare fuori? 

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