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Lungolago, piazza Cavour si prepara alla nuova scalinata

Ma sul cantiere avanza l'incubo materie prime: l'acciaio arriva tutto da Russia e Ucraina

Se il nuovo lungolago di Como inizia a mostrare le sue forme soprattutto nella zona tra viale Geno e Sant'Agostino, come abbiamo scritto nei giorni scorsi in questo articolo, l'avanzare del cantiere delle paratie sta ridefinendo anche la porzione della passeggiata che lambisce piazza Cavour. Come si può ben vedere dalle foto scattate questa mattina, il lembo più stretto del vecchio lungolago, quello appunto che incornicia a nord il salotto buono della città, si sta infatti allargando di una decina di metri per ospitare la sua nuova scalinata. 

Il punto sul cantiere

Il responsabile del cantiere, l'ingegner Perazzoli, ci aggiorna sulla situazione del cantiere, dove gli addetti lavorano su più fronti: "A viale Geno stiamo completando le linee di drenaggio delle acque piovane, opera che completeremo in un paio di settimane. A Sant'Agostino stiamo invece ultimando il rivestimento delle palancole con gli appositi pannelli. Entro fine mese poseremo anche i cordoli di granito bianco nel tratto verso il lago. Nella vasca A stiamo invece procedendo con due operazioni: l'asciugatura e la posa delle colonne profonde 25 metri con la tecnica minijet che inietta miscela cementizia. Infine, nella zona di piazza Cavour stiamo posando il materiale per le fondamenta delle nuova scalinata che avanzerà a lago di circa 10 metri, mentre nelle zona della navigazione si stanno posando i pali portanti del nuovo pontile che risulterà così speculare con l'altra porzione diìel lungolago".

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Incognita materie prime

Il vero problema non sono però i lavori, che per la prima volta dopo 14 anni procedono senza stop, ma l'incubo materie prime. "Inutile negarlo - afferma Perazzolo - i prezzi sono alle stelle, totalmente fuori controllo. L'acciaio, che poi lavoriamo in Italia, arriva tutto da Russia e Ucraina. Nonostante il Decreto del Governo che permette di adeguare i prezzi, e quindi alla Regione di chiedere fondi alla Stato, senza tabelle aggiornate dei costi della materie prime, le aziende fanno da banche. Quindi sì, al momento è possibile pensare che tutto questo possa anche comportare ritardi nel cantiere. Dipenderà da come evolverà la situazione internazionale, perché le nostre scorte non sono infinite". 

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