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Intervista a Samuele Bersani, lo spaccacuori: "Il cinema è la mia musa"

L'artista è atteso live in Arena a Como sabato 16 luglio

Un nome atteso quello di Samuele Bersani. L'artista bolognese apre il suo tour estivo in Arena a Como sabato 16 luglio 2022 con il live dell'omonimo disco, Cinema Samuele, che ha regalato all’artista lo scorso 2021 la sua quinta Targa Tenco come Miglior Album in Assoluto dell’Anno e numerosi apprezzamenti da pubblico e critica, segnando un nuovo percorso sonoro.

"Cinema Samuele Tour 2022" continua così il suo viaggio e si conferma come uno degli appuntamenti dal vivo più attesi dell'estate. Sul palco tanta poesia oltre ai video realizzati per lo spettacolo da Bruno D’Elia, musica suonata da una band affiatatissima di sette grandi musicisti (Tony Pujia e Silvio Masanotti chitarre, Alessandro Gwis piano e tastiere, Stefano Cenci tastiere, Davide Beatino basso, Marco Rovinelli batteria, Michele Ranieri cori e polistrumentista). In occasione del suo concerto a Como, lo abbiamo intervistato.

Proprio ieri Marracash ha vinto il Tenco che lo scorso anno aveva premiato Bersani.

Sono molto contento, se lo è meritato e gliel'ho scritto. E' un disco molto personale, non solo stilisticamente. Marracash racconta dalle viscere quello che gli è capitato. Noi, loro e gli altri l'ho trovato un lavoro bellissimo sin dal primo ascolto, mi ha fatto bene e ci ho trovato delle forme di parentele che non mi aspettavo. E poi è un segno, non ho mai sopportato la definizione stretta di musica d'autore. 

Qual è il tuo rapporto con il cinema?

Direi che ha spinto la mia musica, è sempre stato un motore di ispirazione. Sono cresciuto in una famiglia in cui se ne vedeva molto. Siamo romagnoli affamati di cinema: a Cattolica c'è lo storico Mystfest dedicato ai thriller e fin da ragazzino lo frequentavo e ci lavoravo avendo la possibilità di crescere conoscendo i miti del cinema. E poi siamo a pochi chilometri da Rimini, un luogo cinematografico per eccellenza, non solo per via di Fellini ma anche per i grandi personaggi come Tonino Guerra. D'altronde sin dalla mia prima canzone ho sempre evocato paesaggi da film.

Lucio Dalla e Bologna, due tappe fondamentali della carriera di Samuele Bersani.

Devo tutto a mio padre, musicalmente. Lui era in flautista e  mi ha spinto a iniziare. Ma la traiettoria del mio destino è cambiata grazie all'incontro con Lucio Dalla, che è stato il mio produttore, il mio discografico e soprattutto un mio amico. E poi Bologna è Bologna, e quando ci arrivi dalla provincia non te ne vuoi più andare.

Che ricordi hai degli anni '90 e di quel decennio di grande popolarità

Li ricordo con stupore e grande innocenza, da un certo punto di vista. Era accaduto tutto quello che sognavo ma non ero ancora adulto per poterlo cogliere. Arrivavo sconosciuto da un paesino e poi all'improvviso sono diventato popolare e ho dovuto imparare a conviverci. Riascoltarmi oggi è come aprire un cassetto pieno di ricordi genuini, anche se faccio quasi fatica a pensare di aver scritto io di quel tempo. 

Spaccacuore è rimasta nel cuore di tutti e con lei l'affetto del pubblico.

Tutto dipende da come sei tu umanamente. Quando sull'autobus si sono messi a cantarla tutti ero tra il vergognoso e lo stupefatto, ma soprattutto commosso. E alla fine vai a casa che sei felice. Faccio musica da 30 anni e l'affetto del pubblico non è un sentimento così scontato, soprattutto per chi ha scelto di essere riservato, di essere meno presente.  

22 anni da L'oroscopo speciale, che ricordi hai di quel disco?

Di un lavoro scritto a 30 anni in un momento difficile. A causa della frattura a una gamba mi era venuta una embolia polmonare. Ero in ospedale in una situazione d'emergenza. Alla mattina non c'erano più le persone che c'erano la sera. L'oroscopo speciale racconta tutto questo, se riascolti il testo di quella canzone lo comprendi. Poi ci sono Replay, Il pescatore di asterischi e tutte quelle canzoni che hanno fatto da colonna sonora al film Chiedimi se sono felice di Aldo, Giovanni e Giacomo. 

Poi è arrivato Caramelle Smog premiatissimo proprio al Tenco.

Aveva tante canzoni ma a memoria credo contenesse solo un singolo, Cattiva. Era un'epoca di cronaca nera, di hard core televisivo. Ma conservo buoni ricordi di quel disco che fu molto apprezzato anche dalla critica. 

Dopo tanti anni lo stile Bersani è assolutamente riconoscibile. 

Spero di no! Scherzo ma fino a un certo punto. Certo ci sono la vocalità e l'accento ma ho sempre cercato di scrivere canzoni diverse tra di loro, basti pensare a Chicco e spillo, a Giudizi universali, a Il mostro. Ho usato linguaggi e sonorità diverse, provando a raccontare le cose che mi stupivano. Poi certo capisco il senso della tua domanda e se il mio approccio musicale è riconoscibile come unico non posso che esserne felice. 

Rispetto al passato quale paesaggi musicali offre Cinema Samuele 

E' un disco che avevo pensato senza testi, proprio come una colonna sonora. Prima è venuta la musica,  poi melodie e infine le parole. In fondo è un album che un giorno si potrebbe anche smontare per lasciarlo nudo, senza melodia e testi. E insomma torniamo all'inizio, al fatto di avere un approccio alla musica decisamente cinematografico. 

E alla fine si torna a suonare dal vivo. 

Il tour teatrale è stato splendido, probabilmente il migliore di sempre. Anche grazie ai video e a tutti gli elementi che in passato mi sono mancati. Ma soprattutto sono fondamentali i musicisti che suonano in concerto e lavorano ai miei dischi. Stare sul palco con sette musicisti è stata una scelta non facile ma necessaria quando si vuole suonare davvero dal vivo una scaletta che inizia ad essere corposa e che ti impone delle scelte.

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