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Il vigile del fuoco Fabio Liardo torna a sorridere dopo 70 giorni in terapia intensiva: "È stata una dura battaglia"

Nonostante la doppia dose di vaccino ha visto il lato oscuro del covid. E ora si dice pronto a scendere in politica

Dopo 50 giorni di terapia intensiva il 41enne Fabio Liardo, vigile del fuoco di Como, può finalmente tornare a sorridere, anche se dovrà aspettare ancora alcune settimane prima di riprendersi del tutto. La sua storia ha lasciato con il fiato sospeso i colleghi e le tante persone che in questi due mesi lo hanno letteralmente sommerso di messaggi per chiedergli come stava e per dargli la forza di combattere. 
Fabio rientra in quella piccolissima percentuale di persone che nonostante la doppia dose di vaccino (nel suo caso Astrazenca), hanno vissuto in prima persona il lato oscuro del covid. Liardo, tra l'altro, afferma di non avere patologie pregresse, ma di essere solo in sovrappeso. Ad ogni modo, quello che conta è che tra poco, dopo settanta giorni in totale di ospedale, tornerà a casa. E adesso che ha finalmente ritrovato le forze ha deciso di esprimere tutta la sua gratitudine a chi è stato vicino e ha ribadito la sua volontà di spendere in futuro le sue energie per aiutare gli altri, probabilmente impegnandosi anche in politica.

"È stata una dura battaglia - racconta Liardo (nella foto insiemea Valerio Mautone, appena stato nominato cavaliere della Repubblica per il suo impegno al Sant'Anna contro il covid - ma tutto l'affetto e la vicinanza di persone che mi vogliono bene ha fatto in modo che oggi potessi parlare. Mentre ero intubato ho ricevuto oltre 16mila messaggi di conforto, ciò mi ha aiutato tantissimo e mi ha fatto capire che il mio impegno nell'aiutare il prossimo deve continuare, magari su larga scala, qualche mese fa avevo già ricevuto un contatto con uno dei grandi partiti italiani, oggi ci sto pensando seriamente, penso che una volta rimesso completamente ci proverò, comunque il mio impegno sarà sempre volto al bene delle persone perché oggi ancora più di ieri penso che il bene e l'amore è un ottima medicina".
Un pensiero speciale, poi, non poteva che andare al personale sanitario: "Vorrei ringraziare con grande affetto tutto il personale sanitario della rianimazione di Varese, del Sant'anna di Como, la riabilitazione di Cantù e con grande stima la rianimazione del policlinico di Milano dove ho trascorso 31 giorni in coma farmacologico. Se oggi sono qui è grazie a loro che non si sono arresi.
Inoltre ringrazio tutti i miei colleghi dei vigili del fuoco per il supporto e l'affetto che hanno mostrato. Un ringraziamento particolare va tutti coloro che in riservatezza hanno pensato e guidato il mio ritorno nel mondo dei vivi".

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