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Erba, la vita di Danilo stravolta dopo l'incidente, il suo appello contro l'indifferenza: "Nessuno testimoniò"

5 interventi, due mesi di ospedale in pieno Covid 19, una mano, la destra, che probabilmente rimarrà menomata e nessuno, nell'ora di punta del 24 gennaio 2020 ha visto nulla

Danilo Rutigliano vive a Erba ed ha 54 anni. Fino al 24 gennaio la sua vita era serena: quel giorno, di ritorno dal lavoro, l'incidente che gli ha cambiato la vita. Da lì in avanti, due mesi in cui è entrato e uscito dall'ospedale Sant'Anna, dove ha subito 5 interventi. Ad essere compromessi, nell'urto dell'incidente, soprattutto le mani e gli arti superiori, oltre a polsi, braccia, gomiti e naso rotti. Subito dopo il terribile scontro, la figlia di 26 anni, aveva fatto vari appelli per cercare qualcuno che testimoniasse circa le dinamiche dell'incidente, ma, nonostante fosse l'ora di punta dei rientri sulla provinciale Como-Lecco, nessuno testimoniò ne contro ne a favore di Danilo. Ecco come lui stesso ha raccontato il fatto in un recente post su Facebook nel gruppo Sei di Erba se.....?.

L'appello di Danilo

«Buongiorno a tutti.

Mi chiamo Danilo Rutigliano e ho 54 anni. Abito a Erba da sempre e voglio raccontare una vicenda che mi è successa alcuni mesi fa ed esattamente il 24 gennaio 2020.

Mentre tornavo a casa dal lavoro, in sella alla mia moto 17.30 ( Suzuki V strom 1000 di colore nero), percorrevo la provinciale Como-Lecco.

All' altezza del comune di Albavilla (zona hotel omonimo) c'era la classica colonna di auto ferma in colonna a causa del semaforo di Casiglio.

A velocità ridotta e restando all'interno della mia corsia mi accingevo a superare dette auto.

Nel senso opposto transitavano altri veicoli (direzione Como). Improvvisamente uno di questi veicoli si spostava completamente alla sua sinistra (forse per effettuare un sorpasso azzardato o magari per l'uso sconsiderato del telefono) invadendo la mia corsia e obbligandomi a spostarmi ulteriormente alla mia destra per evitare un tamponamento frontale.

Con questa mia manovra andavo a impattare contro un veicolo fermo sulla mia corsia.

In conseguenza dell'urto venivo sbalzato via procurandomi gravi lesioni a entrambe braccia; dopo parecchi mesi di ospedale e svariati interventi chirurgici, sono rimasto lesionato gravemente causandomi una invalidità permanente.

In tutto questo NESSUNO, e lo sottolineo, ha visto o ha voluto testimoniare alcunché tranne, ovviamente, colui che ho urtato violentemente (dalla sua posizione giustamente non ha visto nulla).

In che mondo viviamo? Nessuno si vuole intromettere in vicende che non lo riguardano? Dove sta il senso civico delle persone?

Chiedo scusa per questo, credo legittimo, sfogo e auspico che qualcuno possa risvegliare la propria coscienza : oggi è toccato a me ma domani potrebbe toccare a un nostro figlio...congiunto o amico.

Grazie a tutti.»

Abbiamo, quindi, raggiunto telefonicamente Danilo che ci ha raccontato il suo calvario fatto di mesi di ospedali, 5 interventi e un'invalidità, alla mano destra (che ora risulta "spostata" a sinistra perchè la frattura al radio non si è saldata correttamente) che potrebbe renderlo invalido tutta la vita. Considerando che di lavoro fa il carrellista, non sa neanche se sarà ancora possibile, per lui, utilizzare il muletto e spera che la ditta per cui lavora, una volta possibile (l'iter ospedaliero non è ancora finito) riesca a ricollocarlo in modo da non perdere il lavoro. 

Non siate indifferenti

«Ero un uomo attivo, facevo camminate, parapendio: la mia vita adesso è completamente stravolta. Io, di natura sono ottimista, ma devo dire che questa volta sono stato messo a dura prova. Quel giorno era pieno di gente che avrebbe potuto testimoniare, o a favore o contro di me, ma nessuno si fece avanti, nemmeno dopo gli appelli di mia figlia. Io rilasciai la deposizione ai carabinieri la mattina dopo il primo intervento, ero stordito... non ho molti ricordi in merito. Certo se qualcuno avesse testimoniato forse avrei potuto avere accesso almeno al fondo delle vittime della strada, ma il tutto è passato nella più ignobile indifferenza...».

«Il mio appello oggi, più che per cercare testimoni, è per invitare tutti a non avere paura a testimoniare non solo per gli incidenti stradali ma anche per le violenze domestiche, i maltrattamenti e tante altre cose di cui si fa fatica a parlare. 

Nessuno si vuole intromettere in vicende che non lo riguardano? Dove sta il senso civico delle persone? A volte le parole degli altri possono cambiare la vita di chi, magari, ha subito un torto o è in difficoltà».

Adesso Danilo Rutigliano è in cura all'ospedale di Legnano, dove cercheranno, innanzitutto, di sistemare la mano destra. Non sa ancora quando potrà tronare al lavoro. 

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