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Da Como verso le chiese ticinesi: sono i frontalieri della messa

Ecco cosa fa chi non vuole rinunciare a causa del coronavirus

Frontalieri sì, frontalieri no: è questo il dilemma che - a causa del coronavirus - da economico è diventato sanitario. Ma c'è una nuova voce che spinge per entrare in gioco, sono i frontalieri della Santa Messa. A Como le celebrazioni a porte chiuse hanno spinto parecchi cittadini a recarsi già mercoledì scorso (Mercoledì delle Ceneri), per esempio al santuario di Santa Maria dei Miracoli a Morbido Inferiore. Ma ancora di più sarebbero stati, secondo il Corriere del Ticino, gli italiani “emigrati” domenica per la prima messa di Quaresima. Le loro destinazioni: Novazzano, Balerna e Chiasso.

Nonostante l'appello lanciato dal vescovo di Como Omar Cantoni infatti molte chiese sono rimaste chiuse, sul Lario come nel resto di Italia. In tutto il paese comunque niente segno della pace e regole precise per la distribuzione dell'Eucarestia. Alcuni comaschi hanno poi raccontato di come durante i funerali – che per ovvi motivi non possono essere rimandati alla fine dell’emergenza - il celebrante chiedesse alle persone che tossivano di rimanere sul fondo della chiesa.

Quindi tutti in Svizzera. Eppure anche la curia di Lugano ha introdotto diverse restrizioni: oltre a quelle già elencate per l'Italia, anche per esempio lo svuotamento delle acquasantiere. Eppure c'è chi per non rinunciare del tutto alla celebrazione preferisce recarsi qui.

Staremo a vedere se anche questo sconfinamento creerà le polemiche che a volte nella politica ticinese si sollevano quando si parla di frontalieri italiani.

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