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Como candidata italiana 2021 per la Rete delle Città Creative dell'UNESCO

I punti di forza di Como sono la Cultura del Fare, il lavoro dell’artigiano e il valore del distretto tessile

Il Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana per l'Unesco, che si è riunito oggi in modalità telematica, ha approvato Como e Modena come candidature italiane 2021 per la Rete delle Città Creative dell'UNESCO.

«E’ un orgoglio e una grande soddisfazione - commenta il sindaco Mario Landriscina - a riprova che il dossier che abbiamo preparato grazie all’operatività di Fondazione Alessandro Volta e del comitato Como & Seta è di sicuro valore. La commissione italiana per l’Unesco si è infatti espressa valutando il formulario per la candidatura “esaustivo in tutte le sue parti”: in particolare “emergono il forte impegno della città nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Rete e l’esistenza di strategie di sviluppo destinate a rafforzare il ruolo della creatività nello sviluppo socio-economico della città in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.
Entro il 30 giugno completeremo il procedimento implementando il dossier per la candidatura con ulteriori documentazione e particolari. La nostra città è sicuramente all’altezza di questa candidatura, e l’endorsement da parte della commissione italiana per l’Unesco ci deve incoraggiare sia a proseguire nella strada intrapresa, sia in tutti gli ulteriori progetti che Como è chiamata ad attuare per il suo sviluppo».

Lo scorso 31 maggio la città di Como ha avanzato alla Commissione Italiana UNESCO la proposta di candidatura al Network Città Creative. E' stato il primo, fondamentale passaggio per poter concorrere al percorso internazionale che inizierà il 30 giugno

La cultura del fare e la seta.

Il punto di forza del progetto di candidatura di Como è la capacità di saper guardare al futuro valorizzando tutto il sistema territoriale: per questo Como si presenta come capofila della Textile Valley lombarda, il distretto territoriale che racchiude le due province Como-Lecco vantando una vocazione storica per l’artigianato tessile e per l’innovazione nell’ambito della fashion industry. La Cultura del Fare è un fattore identitario e può rappresentare il punto di ri-partenza per il distretto territoriale. Como Città Creativa mette al centro la Cultura del Fare, il lavoro dell’artigiano e il valore del distretto tessile, implementando processi di economia circolare e generando un’azione rigenerativa e inclusiva.

Il coordinamento della fase di progettazione è stato supportato dalla Fondazione Alessandro Volta e dal Comitato Como & Seta e verrà esteso alla partecipazione di tutte le realtà che manifesteranno la loro volontà e disponibilità. La città di Como, per la parte di progettazione locale (è prevista anche una parte di progettazione internazionale), ha individuato tre macro-progetti che rappresentano altrettanti momenti indispensabili per l’attuazione di un processo di crescita sostenibile: si parte dalla salvaguardia delle acque e la riqualificazione del territorio, alla costituzione di un polo per la ricerca e il monitoraggio in cui convergano e comunichino tutte le competenze territoriali, alla costituzione di un’etichetta trasparente in cui possano riconoscersi i nostri artigiani tessili.

Un altro punto chiave della progettazione è il focus sull’arte della seta, anche in riferimento al modello di produzione tradizionale, la gelsibachicoltura. Il 70% della seta europea viene, infatti, prodotta nel distretto tessile Como, che vanta 1.376 aziende (1.424 nel 2019) e 15.515 occupati.

Strategica, inoltre, la collaborazione con l’Università dell’Insubria, con particolare riferimento alla cattedra UNESCO Gender Equality and Women’s Rigths in the Multicultural Society, coordinata dal gruppo di ricerca della professoressa Barbara Pozzoattraverso cui sarà possibile promuovere l’empowerment femminile nel settore moda e artigianato.

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