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Città dei Balocchi 2021, corsa contro il tempo

Gli eventi natalizi e il rischio di un bando in grave ritardo, aggiudicazione solo a fine ottobre

Mancano solo tre settimane al 6 novembre, il giorno in cui gli eventi natalizi dovrebbero, come da bando, poter tornare ad illuminare la città dopo un anno di assenza forzata causa covid. Il condizionale non è una forzatura scaramantica. Non solo perché la situazione pandemica potrebbe mutare di settimana in settimana, rendendo tutto più difficile nella malaugurata ipotesi di un passagio in zona gialla, ma soprattutto perché i tempi sono davvero stretti.

Ora sappiamo bene che i bandi non sono esattamente il fiore all'occhiello di questa amministrazione, e in effetti anche quello per gli eventi natalizi presenta più di una criticità. Vediamo perché. Il 25 ottobre si aprono le buste pervenute; successivamente si controllano i requisiti dei partecipanti e infine si valutano le domande. Il vincitore dovrà quindi far richiesta per partire. E come minimo siamo già ai primi giorni di novembre.

Siccome nessuno ha la bacchetta magica, non è detto che ci sia il tempo per avviare la manifestazione entro la fine di novembre. Ma veniamo al punto: Como rischia di perdere il traino di un evento diventato per importanza tra i primi 10 in Europa. Sì, stiamo parlando della Città dei Balocchi. Inutile girarsi intorno pensando che chiunque possa organizzare una manifestazione di successo di questa portata con risorse e rischi tutti propri.

Ma non è solo una questione economica. In ballo c'è anche la tegola sicurezza, già stringente di suo figuriamoci in epoca covid con tutti i paletti anti-assembramenti che si sono andati ad aggiungere. Organizzare gli eventi natalizi a Como, all'interno di un contenitore del valore di oltre un milione di euro distribuiti nei 35 giorni di manifestazione, necessità senza dubbio di capacità organizzative ed economiche importanti.

E non c'è dubbio, sino a prova contraria, che tutto ciò abbia trovato in città, attraverso il Consorzio Como Turistica, l'unico profilo in grado di sostenere da oltre 25 anni gli eventi natalizi della città. Perdere questa esperienza "home made" sarebbe quindi imperdonabile. Ma i tempi sono così stretti da mettere in difficoltà anche chi ha ben oliato lo strumento, figuriamoci un novizio. Perchè, tra l'altro, un manifestazione di questo livello necessita anche di un minino di comunicazione.

E se è vero che il periodo natalizio è indicato da tutti gli esperti del settore come il momento più importante per la ripartenza economica, diventa chiaro a tutti quanto sarebbe disastroso, per una città in perenne ritardo in ogni ambito, perdere anche questo treno. Per arrivare alla stazione puntuali occorreva insomma una programmazione più oculata, e i tempi per farlo c'erano tutti. Invece questo Babbo Natale, modello virtuoso per altre città, rischia di rimanere prigioniero della burocrazia di Palazzo Cernezzi.  

Insomma c'è il rischio, visti i tempi ristrettissimi, che basti un solo contrattempo per far saltare il banco. Se succede, nessuno se lo augura, almeno sappiamo il perché. Poi certo sarà colpa della pandemia, della sfortuna, di chi porta da oltre un quarto di secolo i balocchi di Natale a Como. Delle cavallette.

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