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Cronaca

Paratie, la Provincia annulla l'autorizzazione paesaggistica alla terza perizia

Un clamoroso colpo di scena scuote ulteriormente - se ancora ce ne fosse bisogno - la vicenda paratie. L'amministrazione provinciale di Como, infatti, ieri ha notificato al Comune di Como l'annullamento dell'autorizzazione di natura...

Un clamoroso colpo di scena scuote ulteriormente - se ancora ce ne fosse bisogno - la vicenda paratie. L'amministrazione provinciale di Como, infatti, ieri ha notificato al Comune di Como l'annullamento dell'autorizzazione di natura paesaggistico-ambientale con cui l'ente di via Borgovico, nel dicembre 2014, in sede di conferenza dei servizi, diede il proprio benestare alla terza perizia di variante per il lungolago (poi, però, mai approvata definitivamente e in seguito demolita da Anac e tuttora sotto inchiesta da parte della Procura di Como). Come si ricorderà, peraltro, nello scorso febbraio - dopo che l'Anticorruzione aveva già definito inammissibile la perizia - sul lungolago si materializzarono improvvisamente tecnici della stessa Provincia, rappresentanti dell'azienda appaltatrice, Sacaim, e - via lago - persino un'imbarcazione della polizia provinciale. Quel giorno l'area di cantiere venne perlustrata palmo a palmo, con particolare attenzione a una serie di manufatti già realizzati nelle aree dei lavori. Quella verifica era legata sia alla delibera dell’Autorità Anticorruzione, sia all’inchiesta relativa avviata dalla Procura di Como già nel luglio 2015.

paratie-19feb16-9Elemento centrale, quest'ultimo, perché i magistrati - relativamente al cantiere vero e proprio - procedono per accertare che non siano stati compiuti reati edilizi, sismici e paesaggistici sul lungolago, zona sottoposta a vincolo paesaggistico e dichiarata di notevole interesse pubblico con 3 Decreti Ministeriali (del 16 agosto 1955, 7 giugno 1957 e 4 ottobre 1961). Infatti, la contestazione circa la realizzazione di una serie di opere “in assenza di titolo abilitativo ed in variazione essenziale e/o totale difformità dal progetto esecutivo approvato dalla Giunta Comunale nel 1998” coinvolge Villa Saporiti poiché proprio dall’ente di via Borgovico, nel 2008, arrivò la decisiva autorizzazione di natura paesaggistica. Lo scorso febbraio, dunque, i tecnici di Villa Saporiti – certamente in base anche all’azione specifica dei magistrati – controllarono la rispondenza tra l’autorizzazione paesaggistica concessa ai tempi e quanto poi materialmente realizzato sul cantiere, nello specifico nella parte tra piazza Cavour e piazza Sant’Agostino.

paratie-19feb16-4Ebbene, nella relazione poi trasmessa il 21 marzo scorso dal responsabile dell’Ufficio Territorio di Villa Saporiti al Comune si legge innanzitutto che “le palancole posizionate vicino al molo di Sant’Agostino definiscono una forma curvilinea non prevista da quanto autorizzato”; poi viene evidenziato che “nel tratto adiacente il ponte di collegamento stradale alla darsena del Vescovo si riscontra una difformità in relazione alla tipologia di pavimentazione del marciapiede utilizzata, granito anziché calcestruzzo”; “in adiacenza alla scala di piazza Cavour (lato verso i Giardini di Ponente) risulta un riempimento difforme da quanto autorizzato (in quel punto il progetto prevede la ricollocazione dei gradini della scala a lago di piazza Cavour)”.

lungolago-paratiePoi si passa al capitolo specifico della cosiddetta “scala a ventaglio”, quella che da anni ormai sta sprofondando verso il fondale del lago sempre nella zona verso i giardini a lago della passeggiata “Amici di Como”. “Mancano due gradini – si legge nella relazione della Provincia, riferita probabilmente al corpo centrale del manufatto – Il progetto prevedeva infatti la realizzazione di una scala con 9 gradini, l’ultimo dei quali adiacente alla palancola strutturale. Il manufatto realizzato ha due gradini in meno”; “nel progetto l’inclinazione della scala e le modalità di realizzazione ne rendevano il disegno complessivo tale da essere percepito come uno scivolo (“randa”). Quanto realizzato differisce in relazione al fatto che il cordolo di delimitazione sottolinea un’alzata percepibile”; “le palancole sono posate in modo difforme da quanto previsto perché il raccordo con il muro è stato realizzato con andamento curvo”. Va sottolineato che a Palazzo Cernezzi molte di queste contestazioni vennero non soltanto ritenute assurde ma persino giudicate errate in molti presupposti, a partire dal fatto che sono state valutate opere in gran parte non finite.

paratie2Un altro corposo capitolo della relazione riguardava invece opere che – almeno secondo i tecnici di Villa Saporiti – non risulterebbero soltanto difformi ma addirittura prive di autorizzazioni preventive. “In relazione alle palancole antiscalzamento della scala a ventaglio e delle scalette laterali – prosegue il documento spedito in Comune e in Procura – è presumibile, secondo quanto dichiarato nelle relazioni di progetto, che siano state realizzate prima del rilascio dell’autorizzazione che contiene l’autorizzazione (datata 22 dicembre 2008); “in riferimento ai pali di fondazione della vasca B è presumbile, secondo quanto dichiarato nelle relazioni di progetto, che tali interventi siano stati realizzati antecedentemente alla richiesta di modifica”. A questo punto, ecco il passaggio più forte e potenzialmente pericoloso perché – se riscontrato – potrebbe mettere in dubbio alla radice i permessi originari per realizzare molte opere sul lungolago poiché si sostiene che “in ordine ai due rilievi appena esposti sembra emergere un possibile vizio dell’autorizzazione a suo tempo rilasciata in ordine alla cui sussistenza ed eventuali conseguenze la Provincia si riserva fin d’ora, esperita l’istruttoria, di assumere i provvedimenti di competenza, verificati quanto sopra e l’esistenza dei presupposti di legge”.

Ed ecco che ieri, in perfetta conseguenza con l'ultima frase, è arrivato l'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica concessa nel dicembre 2014 alla terza perizia di variante che ora - semmai dovesse sopravvivere alla demolizione tecnica e forse anche legale da parte di Anac e Procura - dovrà come minimo riottenere un nuovo via libera passando da una nuova conferenza dei servizi. Ma, molto più probabilmente, quell'enorme faldone è sempre più vicino all'essere cestinato una volta per tutte.

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