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Le parole del cantante Nek in escursione sulla cima del Boletto fanno breccia nel cuore dei fan

Le sue riflessioni e le foto panoramiche sulle mitiche sedie e panchina gialle

Lassù, sulla cima del Boletto è arrivato anche Filippo Neviani, in arte Nek, il cantante romagnolo che non ha certo bisogno di presentazioni. Sabato e domenica scorsi sono stati tanti gli escursionisti che lo hanno incontrato sui monti Lariani tra Boletto, Bolettone e Palanzone. Lui stesso ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Instagram varie foto, e una riflessione importante:

"Camminare mi alleggerisce l’animo e i pochi pensieri che si formano non sono pensieri pesanti” ha scritto Nek come didascalia  sulla sua pagina Instagram. “Anzi faccio proprio pulizia mentale. Seguo il ritmo del mio respiro e lascio libero lo sguardo. Poi il calore della compagnia, i paesaggi, i boschi, il rumore degli scarponi sulle foglie secche color fuoco, hanno un potere salvifico e terapeutico.
Anche in questa occasione ho potuto godere degli abbracci di coloro che ci hanno accolto e ospitato e di chi era lì come noi di passaggio. Questa camminata di 14 chilometri è servita anche per tenerci caldi in vista della via Vandelli in programma per la primavera prossima…a Dio piacendo”.

Tantissimi i like e i commenti dei suoi follower che danno ragione al cantante: camminare nella natura per tutti "è un balsamo che fa bene all'anima". 

Le sedie gialle sulla cime del Boletto

Abbiamo scoperto che la panchina e le sedie sono opera di un gruppo di escursionisti di Cantù che ha deciso, caricandosi in spalla arnesi e pennelli, di ristrutturare ciò che si trovava già lassù in disuso. 

Ci spiega Sergio: "Sulla cima del Boletto c'era un gabbiotto dove viveva un signore che tanti anni fa si occupava della manovia. Da tempo qualcuno aveva preso una panchina da lì per metterla davanti al balcone panoramico per potersi sedere e riposare ammirando la bellezza del lago e del paesaggio. La panchina di legno stava marcendo così l'anno scorso io e altri amici siamo saliti da Tavernerio fino alla cima e l'abbiamo ristrutturata. Quest'anno qualcuno ha pensato di prendere dal gabbiotto anche due sedie e così abbiamo sistemato anche quelle. In pratica facciamo manutenzione ogni anno. Questa volta abbiamo preso le misure e abbiamo rifatto le sedute con l'aiuto dei Fratelli Meroni di Cantù che ci hanno dato i pianali in legno. Noi poi negli zaini abbiamo portato su trapani, cacciavite e vernici e fatto il lavoro". 

Tra qualche giorno, ci racconta Sergio, torneranno a ridipingerle prima dell'inverno.

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