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Domenica, 28 Aprile 2024
Magic Lake / Mezzegra

Lago di Como: il borgo di Bonzanico, cuore della Tremezzina

Una lunga storia lariana

Nel lago di Como cantato da Davide Van De Sfroos, Bonzanigo, nella sua Tremezzina, è un po' il centro gravitazionale intorno al quale orbitano le sue canzoni. Bonzanigo (Bunzanigh in dialetto laghée) è un piccolo borgo passato alla storia per essere il luogo dove furono ospitati, il 28 aprile 1945, Benito Mussolini e la sua amante Claretta Petacci, prima di esser giustiziati a Giulino. 

Il paese, parte della Comunità Montana del Lario Intelvese, sorge in collina, nei pressi della riva settentrionale del Lago di Como. Bonzanigo fu dapprima frazione del comune di Mezzegra, ma nel 1928 fu aggregato, con Mezzegra, al neonato comune di Tremezzina. Nel 1947, con la soppressione del comune di Tremezzina, fu restituito al rinato comune di Mezzegra, ancora come sua frazione. Dal 2014, con la nuova istituzione del comune di Tremezzina, Bonzanigo è tornato a esserne una frazione.

Torre di Ossuccio, Tremezzina (CO) (C) FAI - Fondo Ambiente Italiano_2020[133573]-2-2-2

Antico borgo dei Brentano, una delle famiglie più ricche ed influenti del LarioBonzanigo ospita due palazzi Settecenteschi, già appartenuti a quella famiglia, riccamente affrescati e stuccati; tra gli artisti attivi nella realizzazione dei dipinti si registrano Cesare Ligari e Giulio Quaglio. La famiglia Brentano fece fortuna con il commercio soprattutto in Olanda e Germania. I mercanti della Tremezzina, partiti come mercanti di agrumi, olio d’oliva, alloro e castagne, prodotti del territorio, occuparono posti chiave nel commercio europeo. In tutte le città del nord dove la Compagnia delle Indie Orientali portava le prime spezie, c’erano rappresentanti delle famiglie Brentano, Mainoni, Pini e Carli. E poi viuzze pittoresche all'interno di un  paesaggio tutto da scoprire. 

Mussolini a Bonzanigo

Benito Mussolini in fuga fu catturato a Dongo il 27 aprile 1945. Durante la notte il Duce fu condotto a Bonzanigo, dove fu ospitato presso una famiglia amica di capitan Neri (casa De Maria). Il mattino del giorno successivo, il 28 aprile, sarebbe arrivato l'ordine di fucilazione, portato da Milano dal colonnello Valerio, nome di battaglia del partigiano Walter Audisio. Lo stesso Audisio avrebbe poi eseguito la condanna capitale, "in nome del popolo italiano", dello stesso Mussolini e della Petacci alle ore 16:10, dopo averli condotti a Giulino, davanti a villa Belmonte, in via XXIV Maggio. Esistono però almeno una ventina di versioni diverse dei fatti, e lo stesso colonnello Valerio ha fornito, in tempi successivi, versioni contraddittorie tra loro. I cadaveri furono in seguito portati a Milano con un camion della Tinto Stamperia Pessina di Como, assieme ai 16 fucilati sulla piazza di Dongo, ed esposti il 29 aprile in piazzale Loreto. 

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