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Domenica, 28 Aprile 2024

Editoriale

Maurizio Pratelli

Collaboratore

De Sfroos, l'ultimo pellerossa d'Occidente

Davvero non scrive canzoni d'amore? Forse

Canzoni d'amore dice di non scriverne. Ma sarà davvero così? Così come Davide Van De Sfroos ha voluto sottolineare in Me canzun d'amuur en scrivi mai, anno 2008, album E sémm partíi? Se intendiamo l'amore cantato da altri artisti, da Luigi Tenco a Lucio Battisti, da Ivano Fossati a Francesco De Gregori, allora sì: De Sfroos non scrive canzoni d'amore, non almeno in senso stretto. Le ferite e le gioie del cuore, i drammi e le pulsioni delle relazioni amorose non appartengono alla sua scrittura. Tuttavia, l'amore non inizia e finisce nel rapporto tra un uomo e una donna ma è qualcosa di ben più vasto e complesso. 

Ed è in questo orizzonte allargato che la sua poesia si avvicina a quella di Woody Guthrie o a quella del Fabrizio De André che lesse magistralmente l'Edgar Lee Master dell'Antologia di Spoon River con Non al denaro non all'amore né al cielo. Ecco, De Sfroos è un cantore dei luoghi e dei personaggi che vive, un plasmatore di anime perdute, uno scultore di memorie, un viaggiatore senza tempo. Il suo mondo è costellato di passi d'uomo che ha reso indelebili cristallizzandoli con la sua poesia. Di amore per la sua terra che è la nostra terra. 

De Sfroos ha dato voce a chi non l'ha mai avuta: contrabbandieri, minatori, fantasmi, streghe, pescatori, costruttori di motoscafi, baroni, pirati, figlie di soldati, camionisti, vagabondi, muratori. Ma soprattutto ha dato parola ai pesci, alle rose, alle ali, alle maschere, al vento, ai temporali, alle manoglie. De Sfroos è un poeta da leggere per mettere in tasca piccole briciole di paesaggio e vita quotidiana. De Sfroos è l'ultimo pellerossa d'occidente. Un solitario vagabondo che ha raccolto nella sua bricolla tutto ciò che abbiamo gettato nel lago. Perché De Sfroos è una valle che scorre, è un'onda sotto le unghie del cielo. 

E forse, alla fine, De Sfroos è anche una canzone d'amore, forsi...

L’amore è un cerotto, l’amore è una ferita
Una luce che spacca gli occhi, un buco nella divisa
Hanno detto che forse piove, su cuore che intanto brucia
Ma quando cadi a terra il pavimento ti perdona
Il passato è un fucile che ti spara per paura che lo lasci indietro
Il domani è una donna che balla senza vestito in mezzo alla nebbia

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De Sfroos, l'ultimo pellerossa d'Occidente

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