A Figino Serenza torna il Townes Van Zandt Day. Il 29 gennaio il ricordo del grande songwriter texano
Se già nel 1972 il suo destino sembrava ironicamente segnato da un album intitolato The Late Great Townes Van Zandt, non c’è dubbio che ancora oggi i dischi di Van Zandt restano un punto di riferimento fondamentale per molti cantautori...
Se già nel 1972 il suo destino sembrava ironicamente segnato da un album intitolato The Late Great Townes Van Zandt, non c’è dubbio che ancora oggi i dischi di Van Zandt restano un punto di riferimento fondamentale per molti cantautori. Sincerità, spontaneità e sensibilità sono i tre elementi che hanno contraddistinto la carriera di un artista genuino e solitario, capace di conquistare il pubblico in punta di chitarra. Non certo quello delle arene, piuttosto, quasi a rispecchiare una genetica propensione per il suo vivere nell'ombra, quello più raccolto dei piccoli templi della buona musica.
Van Zandt era un poeta che raccontava con voce gentile, spruzzata da uno scarno country folk e appena colorata da un paio di pennellate di asciutto blues, la sua America. Townes, il disco di Steve Earle del 2009, è uno dei tanti tributi d'amore per un maestro, per il papà di tutti i “beautiful losers” della canzone d'autore, magistralmente raccontato nel 2004 dal film Be Here To Love Me. Lo stesso Earle, ricordando nuovamente l'amico, ebbe a dire: "un giorno andrò a trovare Bob Dylan nel suo ufficio. Appoggerò i miei stivali da cowboy sulla sua scrivania. Lo guarderò in faccia e gli dirò che Townes Van Zandt è il più grande cantautore di tutti i tempi". Un esempio più recente arriva invece dall'omaggio discografico dei Lowlands di Edward Abbiati che, insieme a un nutrito gruppo di amici, Kevin Russell, Sid Griffin, Sacri Cuori Cheap Wine, Richard Lindgren, Chris Cacavas, Tim Rogers, Rod Picott, hanno replicato, in situazioni e date diverse, la scaletta dell'ultimo concerto tenuto dal compianto Townes Van Zandt il 3 dicembre 1996, alcune settimane prima di morire al Borderline di Londra.
Uno straordinario esempio di quanto l’ammirazione per lo scomparso artista texano sia ancora intatta, di come le "strade blu" di Townes Van Zandt, affascinanti, romantiche e polverose vengano ancora ripercorse, arriva da Figino Serenza, nel comasco, dove il prossimo 29 gennaio, sul palco del Teatro Sacro Cuore, già sede del rinomato Light of Day, si celebrerà la tredicesima edizione della kermesse a lui dedicata. Un maratona, come impone lo stile Andrea Parodi, cuore e motore di questa preziosa iniziativa, che ha il pregio di riuscire a coinvolgere intorno al sacro fuoco delle canzoni di Van Zandt decine di musicisti e un intero paese. È come se Townes, dopo il suo infinito girovagare, avesse trovato in Brianza il luogo dove riposare con chi gli vuole bene e non lo ha mai dimenticato. Se negli anni sono arrivate a Figino carovane di cantautori di altissimo livello - ricordiamo tra i tanti Alejandro Escovedo, Eric Taylor, Mary Gauthier, Tarantula Waltz, Kreg Viessellman, Carrie Rodriguez - quest’anno, a guidare il nuovo esercito di musicisti armati di chitarre, troveremo Bocephus King, Jono Manson, Luigi De Gregori e i Sulutumana.
Cast completo
ANDREA PARODI
BEATRICE CAMPISIBOCEPHUS KING (CANADA)
DEL SANGREEDDY RAY COOPER (FRANCIA)
JAIME MICHAELS (USA)JONO MANSON (USA)
LUCA ROVINILUIGI DE GREGORI
MASSIMO DI STEFANOMAX DE BERNARDI & VERONICA SBERGIA
MICHELE DAL LAGO & GIUSI PESENTIMIKI MARTINA
PAOLO ERCOLI & CLAUDIA BUZZETTIPAOLO PIERETTO
PAOLO RONCHETTIPAUL HENRIKSEN (NORVEGIA)
RICCARDO MAFFONIRICHARD LINDGREN (SVEZIA)
ROBERTA FINOCCHIAROSTROSZEK
SULUTUMANATHE LONESOME PICKING PINES
THOMAS GUIDUCCITULLAMORES
Presenta: PAULINE FAZZIOLI
Racconta: ALESSIO BRUNIALTIRegia: GIACOMO CATTANEO
I biglietti del concerto saranno acquistabili presso la Ferramenta Bisit di Figino Serenza (Viale Rimembranze 5 - Tel 031 780026). Dopo il concerto ci sarà la possibilità di cenare con gli artisti. Bisogna prenotarsi scrivendo una mail all’indirizzo pomodorimusic@gmail.com.