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Economia

Como e il suo legame indissolubile con la seta, il tessuto che veste "green" il mondo

Il territorio comasco è l’unica area d'Occidente in cui sono presenti tutte le lavorazioni della catena tessile della seta

Il distretto tessile di Como, come noto, si caratterizza per il suo legame con la seta, che ne contraddistingue l’immagine e la qualifica, facendo della nostra provincia un punto di riferimento a livello mondiale per la moda. Il territorio comasco è l’unica area del mondo occidentale in cui sono presenti tutte le lavorazioni della catena tessile della seta: torcitura, tessitura, tintura, stampa, finissaggio.

La stragrande maggioranza delle esportazioni europee di tessuti di seta proviene da Como. Si può ben dire che a dare consistenza ad un prodotto di seta griffato – che sia camicetta  od abito o cravatta o foulard – c’è quasi sempre un tessuto comasco.

La ricerca della sostenibilità ambientale

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Una missione che muove le scelte di consumo e rimette in discussione anche gli schemi più consolidati. L’immagine della seta non fa eccezione. Domandiamoci pertanto: cosa ha da dire la seta ad un consumatore che vuole fare i suoi acquisti nella ricerca di un prodotto sostenibile?

- la seta  è un materiale di origine naturale, rinnovabile e biodegradabile
- la seta, come tutta la filiera naturale, è prodotta a partire da risorse biologiche e pertanto, non contribuisce all’impoverimento delle risorse fossili (petrolio).
- la seta sostiene l’ambiente ancor prima di trasformarsi in filato
- i gelsi, che sono necessari alla crescita dei bachi da seta, assorbono anidride carbonica ed emettono ossigeno per tutta la loro vita.

Global Warning Potential

seta green-2La seta quindi, a differenza di tutte le altre fibre, produce più ossigeno di quello che assorbe nei suoi processi di trasformazione. E’ l’unica fibra con un valore GWP (Global Warning Potential) negativo.

- le piantagioni di gelso contribuiscono all’arricchimento delle biodiversità e sono importanti per contrastare la deforestazione dei suoli marginali o “duri”, grazie alla loro capacità di adattamento. La pianta resiste bene in condizioni di siccità e richiede quindi poca acqua per la sua irrigazione, in certe regioni si può basare esclusivamente sulle precipitazioni atmosferiche.
- il baco si alimenta con le foglie del gelso e non sopporta la presenza di pesticidi, che devono essere evitati o ridotti a valori insignificanti, al contrario di molte altre produzioni.
- il bozzolo ed il filo che ne deriva sono all’origine di una importante serie di sottoprodotti che trovano applicazione anche al di fuori dell’industria tessile: la sericoltura è un modello virtuoso di economia circolare “ante litteram”.
- le elevate prestazioni fisico meccaniche e la bellezza della seta la rendono durevole ed idonea a molte applicazioni non solo nell’abbigliamento di lusso, ma anche nel medicale, nelle imbottiture (comfort termico), dove possono essere utilizzati anche gli scarti del riciclo della seta.
- l’elevato costo della seta, in confronto a tutte le altre fibre, presenta risvolti ambientali positivi, dal momento che il capo d’abbigliamento non viene cambiato e smaltito frequentemente, ma tendenzialmente viene riutilizzato per diversi anni.

Sostenibilità sociale

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Ancora più significativo il ruolo della seta, se si guarda agli aspetti di sostenibilità sociale. La sericoltura, difatti, sostiene in misura assai efficace il contesto sociale, tramanda antiche tradizioni e mantiene vive le comunità rurali, integrando le attività di sostentamento primario e fornendo preziose fonti di reddito complementari. Non a caso l’ONU favorisce lo sviluppo della sericoltura in diversi paesi in via di sviluppo.

E ne sa qualcosa il nostro Paese, che dall’unità d’Italia sino alla prima guerra mondiale ha visto la seta come prima voce della sua esportazione, avendo quindi un ruolo di primo piano nel finanziare la sua industrializzazione.

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