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Como e il settore metalmeccanico: continua la lotta contro la crisi

Federmeccanica lancia il suo manifesto per il rilancio dell'industria. Oggi, 27 novembre, si è svolta una conferenza stampa della presidenza di Federmeccanica a Roma e in simultanea le conferenze dei Presidenti Gruppi Metalmeccanici in 60...

Federmeccanica lancia il suo manifesto per il rilancio dell'industria. Oggi, 27 novembre, si è svolta una conferenza stampa della presidenza di Federmeccanica a Roma e in simultanea le conferenze dei Presidenti Gruppi Metalmeccanici in 60 territori.

A Como questa mattina, nella sede di Unindustria, è stata presentata l'indagine trimestrale sul settore con la presentazione dei dati relativi al terzo trimestre 2014 e con particolare riferimento al contesto comasco. A fare gli onori di casa è stato Giovanni Gocotzi, Presidente Gruppo Metalmeccanici Unindustria Como, accompagnato da Gabriele Meroni, vice direttore e responsabile Area Lavoro di Unindustria Como. In provincia di Como ci sono 1895 aziende che fanno riferimento al settore metalmeccanico che rappresentano il 28% del totale delle aziende manifatturiere. Queste aziende ricoprono il primo posto in termini di numero di aziende e il secondo posto rispetto al settore tessile per quanto riguarda invece il numero di lavoratori occupati. Rispetto al settembre dell’anno precedente c’è stata una diminuzione del 3,5% delle aziende. Rispetto al primo trimestre del 2008 l'industria metalmeccanica ha però perso il 32,6% dei volumi produttivi. Unindustria Como ha recentemente effettuato una rilevazione congiunturale rapida sul settore metalmeccanico che ci offre alcune indicazioni riguardo alle variazioni relative al mese di ottobre 2014 su quello di settembre 2014. In sintesi si evince che: la domanda/ordini è in calo e quindi sono in calo le prospettive per i prossimi 3 mesi. Alcune imprese registrano un aumento di fatturato, essenzialmente legato a ordini raccolti nei tre mesi precedenti. Il portafoglio ordini è di 1-3 mesi e le aspettative sono mediamente negative. Non va dimenticato che il 42% del fatturato di queste aziende viene realizzato all'estero con prodotti venduti per quasi 190 miliardi di euro. Alcuni dati relativi all’export della provincia di Como (1° semestre 2014): macchinari 341,8 milioni di euro (-3,6% rispetto al 1° semestre 2013); carpenteria metallica e prodotti in metallo 154,4 milioni (+0,3%); metallurgia 135,4 milioni (-32,2%); mezzi di trasporto e componentistica 110,8 milioni (-7,2%); apparecchiature elettriche 70 milioni (-5,7%); elettronica, applicazioni medicali e di misurazione 52,6 milioni (+9,7%). Nel suo manifesto Federmeccanica punta a lavorare su tre fattori di rilancio per rilanciare una solida politica industriale. In primo luogo mira a puntare sulla domanda interna che va risollevata con maggiori investimenti; in secondo luogo serve un mercato del lavoro efficiente ed inclusivo; serve infine una nuova rivoluzione industriale che trasformerà, nei prossimi anni, i nostri mercati e le nostre aziende. "Un tema importante vuole anche essere quello della scuola - ha commentato Giovanni Gocotzi - vogliamo favorire l'inserimento dei giovani nelle imprese. Abbiamo creato delle relazioni con l'Istituto Tecnico Commerciale Magistri Comacini e abbiamo finanziato diversi progetti all'interno delle scuole". E' proprio l'industria metalmeccanica a costituire la colonna vertebrale dell'economia italiana con circa 1,8 milioni di persone occupate e un fatturato di circa 400 miliardi di euro che contribuisce per circa l'8% alla formazione del PIL nazionale.

"Quello che realmente serve sono le riforme strutturali per liberare l'impresa e ricostruire la fiducia - ha sottolineato il presidente Gruppo Metalmeccanici di Como - per fare impresa servono però ottimi lavori e ottime condizioni di contorno. Bisogna tornare a mettere al centro la persona per riconoscere e valorizzare la specificità di ogni individuo continuando a puntare sulla formazione".

Federmeccanica in estrema sintesi vuole "rilanciare una politica industriale che liberi l'impresa, la fiducia, con nuove istituzioni e nuove regole, vuole liberare risorse per nuovi investimenti pubblici e privati, liberare l'ingegno verso l'industria del futuro".

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