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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Como, arrestati tre usurai: applicavano tassi annui fino al 600%

Indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla Procura lariana

Un presunto giro di usura è stato scoperto e fermato dagli uomini della del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como, nell’ambito di una indagine coordinata dal pm Pasquale Addesso partita con l'arresto per turbativa d'asta del commercialista comasco Bruno De Benedetto il quale ha raccontato di essere stato vittima per anni di tre distinti usurai. Si tratta di due pensionati e di un dipendente di una società cooperativa a mutualità prevalente, tutti indagati e arrestati nelle ultime ore.
Nel dettaglio sono G. G., pensionato di 82 anni, agli arresti domiciliari; G. P., pensionato di 74 anni agli arresti in carcere; P. B., 59enne, dipendente di una società cooperativa a mutualità prevalente, già in servizio presso l’infrastruttura ferroviaria di Como-Ponte Chiasso.

I tre sono accusati (non in concorso tra loro) di usura ai danni di Bruno De Benedetto, avendogli prestato, in un arco temporale di almeno quattro anni, somme di denaro e pretendendo tassi di interesse annui oscillanti tra 80% e 600%, approfittando delle difficoltà di De Benedetto nel periodo in cui questi era fortemente indebitato nei confronti dell’erario e le imprese a lui riconducibili (“HOUDINI S.R.L.”, “KRUSTY S.R.L.”, “CHOPS S.R.L.” e “VILLA OLMO LAGO S.R.L.”) erano fortemente in difficoltà. Proprio dai conti correnti di quelle società sono stati in buona parte prelevati i capitali utilizzati per ripianare i debiti usurari o emessi gli assegni consegnati in garanzia ai tre indagati a fronte degli importi prestati.

Infatti, nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019, il G. G. aveva concesso a De Benedetto prestiti per un importo complessivo di 400mila euro ottenendo la restituzione di 600mila euro, comprensivi di interessi sino al 50% su base mensile (equivalenti al tasso annuale del 600%). A fronte di prestiti periodici di 10mila euro, l’indagato richiedeva la restituzione di 15mila euro dopo un mese. A fronte di tali prestiti, aveva costretto altresì De Benedetto (rendendosi quindi responsabile anche dei reati di estorsione ed agevolazione della permanenza illegale in Italia di una cittadina extracomunitaria)
 ad assumere, fittiziamente, presso la “KRUSTY s.r.l.” (da luglio 2016 a dicembre 2018) e la “AVENUE HOTEL s.r.l., una cittadina nigeriana (al fine di permetterle di ottenere il permesso di soggiorno in Italia) e  a corrisponderle, sotto forma di retribuzione – senza che questa svolgesse alcuna attività (al fine di occultare la natura usuraria degli obblighi imposti al De Benedetto) – un importo non inferiore a 58.238 euro, versati su conti correnti intestati alla donna, ma sui quali risultava delegato ad operare G. G.

P. B. è accusato di avere prestato a De Benedetto, nel periodo compreso tra il 2016 e il 2019, una somma complessiva di 300mila euro ottenendo la restituzione di 500mila euro, comprensiva di interessi sino al 20% su base mensile (equivalente al tasso annuale del 240%), con le seguenti modalità: a fronte di prestiti di 5mila euro richiedeva la restituzione di 7mila euro dopo due mesi.

G. P. è accusato di avere prestato, tra il 2016 e il 2018, un importo complessivo di 150mila euro ottenendo la restituzione di 230mila euro, comprensivi di interessi pari al 6,67% su base mensile (pari al tasso annuale dell’80%). G. P. è anche accusato di una serie di episodi di usura caratterizzati dall’applicazione di tassi di interesse annui individuati del 13,7%, del 20%, del 23% ai danni di altri tre debitori (tra questi la titolare della gestione di una casa vacanze). In due casi, i prestiti sono stati garantiti dai debitori rispettivamente con la concessione di un’ipoteca volontaria su di un immobile a Nesso per un valore di 60mila euro, con l’impegno alla restituzione in 120 rate da 500 euro ciascuna a fronte di un prestito di circa 26mila euro, con la concessione di un’ipoteca volontaria di 100mila euro – a fronte di un prestito di pari importo - iscritta su di un’abitazione di Como successivamente trasferita dall’usurato in favore di una delle figlie di G. P. in data nell'aprile 2012 in base ad una vendita simulata per un corrispettivo di 173mila euro (mai versato in quanto l’assegno bancario emesso dall’acquirente è risultato non negoziato ed annullato per distruzione).
Nel terzo caso, a fronte di un prestito di 60mila euro, G. P. ha ottenuto dal debitore il trasferimento in favore di una delle proprie figlie del diritto di proprietà di un immobile a Capiago Intimiano del valore di 152.900 euro, simulando il pagamento della differenza, pari a 92.900 euro, con l’emissione di un assegno bancario mai incassato. Ha stipulato intoltre con il debitore un accordo di riacquisto dell’immobile, nel termine di 5 anni, mediante versamento di 60 rate mensili da 400 euro ciascuna e di una rata finale di 128.600 euro.

Per il solo De Benedetto, i prestiti ammontano a 1 milione di euro. L’impegno alla restituzione ha riguardato 1,6 milioni di euro. Almeno 10 sono le persone, oltre a De Benedetto, che sono state indotte a rivolgersi agli indagati per ottenere prestiti (e grazie alle rispettive dichiarazioni rese da alcuni di queste si è ricostruito il complesso contesto criminale in cui questi hanno operato).

Per P. B. il profitto dell’attività usuraria accertato è pari a 390mila euro, per G. G. è pari a 200mila euro, per G. P. è pari a 258mila euro circa. 

È inoltre in corso un'articolata attività di perquisizione, nel corso della quale è stata sequestrata una pistola con matricola abrasa nei confronti di G. G. e documentazione contabile varia.

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