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Cronaca

Suolo pubblico, nuove tariffe dal 2016. Ma il regolamento è una Waterloo politica

Editoriale - La discussione sul nuovo regolamento comunale per l'occupazione del suolo pubblico si è rivelata una vera Waterloo politica per giunta e maggioranza. E anche a voler interpretare le parole pronunciate all'inizio del dibattito...

Editoriale - La discussione sul nuovo regolamento comunale per l'occupazione del suolo pubblico si è rivelata una vera Waterloo politica per giunta e maggioranza. E anche a voler interpretare le parole pronunciate all'inizio del dibattito consiliare - qualcosa come 5 settimane fa, era inverno - dall'assessore al Commercio, Paolo Frisoni, come veggenti e divenute poi realtà ("Saremo flessibili e non c'è nulla di anormale sul fatto che il consiglio comunale cambi il documento, è il suo ruolo), la realtà è un'altra. Parla di una evidente sconfitta politica dell'esecutivo e dei gruppi consiliari a sostegno. Si badi: sconfitta politica, non pratica. Perché il regolamento sarà approvato lunedì prossimo e perché le modifiche apportate nelle lunghe sedute da febbraio a oggi è probabile che non siano affatto sgradite a negozianti e commercianti. Ma quali sono queste modifiche apportate tramite emendamenti all'impianto originario del documento? In sintesi, queste: il consiglio ha ridotto il tempo previsto in origine per adeguare le tende degli esercizi alle nuove norme riducendo i 5 anni iniziali a 3 anni e 8 mesi (la scadenza ora è il 31 dicembre 2018); per quanto riguarda tutto il resto degli arredi da adeguare alle nuove norme, il termine è stato portato dall'iniziale 31 dicembre 2015 al 31 dicembre 2018; idem per i tanto discussi menu con le immagini dei piatti; ieri sera, poi, il tocco finale, con un emendamento presentato addirittura dal sindaco che ha spostato l'adeguamento delle tariffe attuali a quelle nuove al primo gennaio 2016 (i ritocchi sarebbero dovuti divenire realtà immediatamente).

menu-piazza-duomo-1Insomma, se è pur verissimo - come reclama Frisoni - che questo regolamento gira da anni senza sosta, come uno spettro, dai cassetti e dalle scrivanie di Palazzo Cernezzi, e se è vero pure che il consiglio comunale ha effettivamente il ruolo di correggere, adeguare, limare le proposte che arrivano dalla giunta, sarebbe ipocrita negare una verità oggettiva: che un regolamento così importante, che tocca nel vivo (e nei portafogli) così tanti comaschi, venga letteralmente stravolto e dilazionato in maniera così clamorosa dall'aula, non è affatto normale. E' una anomalia che - per paradosso magari migliorando davvero la proposta - indica che il regolamento portato in aula era sbagliato in troppi punti cardinali. Ne uscirà una versione rivista e corretta in meglio, probabilmente, lunedì prossimo.

Ma che si faccia passare come acqua fresca una tale serie di cambiamenti in corsa in un documento così importante, no, questo non è serio. A meno che da ora in avanti non valga l'assunto: "Portiamo in consiglio qualcosa, poi vediamo che succede".

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