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Cronaca

Saladino, Sel e le sinistre lanciano i referendum: "Contro riforma Boschi-Verdini e Italicum"

Una doppia battaglia referendaria contro "la pericolosa restrizione degli spazi democratici del Paese", contro "gli attacchi che mettono a rischio la nostra democrazia costituzionale", contro una "riforma, ma sarebbe meglio definirla deforma...

Una doppia battaglia referendaria contro "la pericolosa restrizione degli spazi democratici del Paese", contro "gli attacchi che mettono a rischio la nostra democrazia costituzionale", contro una "riforma, ma sarebbe meglio definirla deforma, della Costituzione che ci obbligherebbe a pensare a un filo conduttore tra Piero Calamandrei e il duo Boschi-Verdini" e contro "la mostruosità della nuova legge elettorale, l'Italicum, che nel combinato con le modifiche alla Costituzione porterà all'incoronazione di un capo attraverso un distorto meccanismo ipermaggioritario che per quattro quinti lascerà decidere gli "eletti" alle segreterie dei partiti e non ai cittadini".

Non si è presentato con toni propriamente soft il Comitato comasco per la democrazia costituzionale, emanazione locale del coordinamento nazionale ferocemente schierato contro le appena approvate modifiche costituzionali previste dal ddl Boschi e contro la nuova legge elettorale. A menare forbiti ma implacabili randellate ai due capisaldi della riformismo renziano - oggi, in Comune a Como, messo alla frusta da un'area che certo non era di centrodestra e vedeva i consiglieri di Paco-Sel, Luigino Nessi e Celeste Grossi, in prima fila - è il professore, ex storico preside del Liceo Volta e già consigliere comunale, Bruno Saladino. Sorridente ma - si perdoni la banalità - nuovamente feroce come nei giorni dell'eloquio tagliente a Palazzo Cernezzi.

Due gli obiettivi: la raccolta, a partire dalla prossima primavera, delle 500mila firme necessarie per sottoporre l'Italicum a referendum, con l'obiettivo di spegnerne in culla l'esistenza; e, parallelamente, la volontà di coagulare in tutta Italia il fronte del no alle riforme costituzionali appena varate dal Parlamento e già attese dalla prova del voto popolare presumibilmente a ottobre. Il tutto, come già accennato, in un clima che ha visto il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi, caricare specialmente il secondo appuntamento di sfumature politico-plebiscitarie affermando pochi giorni fa che "se perdo il referendum, mi dimetto".

"Ma noi vorremmo resistere e non cadere in questa trappola personalistica - ha chiosato Saladino - perché si finirebbe per concentrare tutta l'attenzione sul tema "Renzi sì-Renzi no", lasciando passare in secondo piano il merito delle questioni che invece è gravissimo". Questioni che, come ampiamente descritto in principio, sono state letteralmente scorticate dal Saladino in versione portavoce del comitato comasco. Giusto per citare due esempi tra i tanti fatti in una Sala Capigruppo gremita, il professore ha accostato l'Italicum "alle Legge Truffa del 1953 o, se si vuole, alla Legge Acerbo voluta da Mussolini", per poi demolire la trasformazione costituzionale del Senato che "diventerà una sorta di dopolavoro per la casta dei consiglieri regionali, la peggiore che esista".

Prima uscita ufficiale aperta alla cittadinanza il prossimo venerdì 12 febbraio alle 20.45, nell'ex Circoscrizione di via Grandi a Como, con ospite il "padre" del movimento, l'avvocato Felice Besostri.

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