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Cronaca

Palazzo Cernezzi: rivoluzione degli orari in arrivo. "Più efficienza e meno buoni pasto"

Una mini-rivoluzione degli orari al Comune di Como per garantire più efficienza, ridurre la giungla di turni "personalizzati" dei dipendenti, andare incontro ai cittadini aumentando le ore complessive di apertura al pubblico e - cosa che non...

Una mini-rivoluzione degli orari al Comune di Como per garantire più efficienza, ridurre la giungla di turni "personalizzati" dei dipendenti, andare incontro ai cittadini aumentando le ore complessive di apertura al pubblico e - cosa che non guasta - far risparmiare 246mila euro all'anno all'amministrazione in buoni pasto. In estrema sintesi, sono questi alcuni dei pilastri del lungo documento diffuso nei giorni scorsi dal rappresentante della Rsu del Comune di Como, Giancarlo Cantaluppi (Uil Fpl), in vista di un imminente confronto con l'assessore al Personale, Savina Marelli (che dovrebbe presentare una propria bozza di riordino). Pare comunque, che a una modifica degli orari dei poco meno di mille dipendneti di Palazzo Cernezzi si arrivi, anche perché la stessa rappresentanza sindacale interna segnala come tra "richieste di part-time, richieste di legge 104, richieste di deroga dell’orario di lavoro (diminuzione delle ore lavorative), richieste di periodo di aspettative da un minimo di 15 giorni ad un massimo di 2 anni; richieste di “permessi con recupero” (max 36 ore autorizzati e non)", negli anni "sono fiorite svariate domande" personalizzate, probabilmente troppe. Il tutto a discapito "dell’efficienza, l’efficacia e l’omogeneità lavorativa" e, peraltro, con conseguenti riduzioni di stipendio per i dipendenti stessi.

Interessante, poi, questo passaggio del documento preparato dalla Rsu: "Ai soli fini di mensa del personale si è verificato un maggior esborso finanziario" in gran parte dovuto ai buoni pasto. "Appare chiaro che un risparmio annuale di 246mila può essere ben utilizzato su vari fronti, in parte come fondo integrativo alla produttività ai dipendenti che viene erogato annualmente e in parte per “tappare i buchi nelle strade” (come ben specificato nel piano triennale di razionalizzazione delle spese)". Ma come arrivare a dimezzare la spesa per i buoni pasto, garantire orari migliori ai dipendenti di Palazzo Cernezzi e nel contempo andare incontro alle esigenze della cittadinanza? La proposta-base (affinabile e/o modificabile, ndr) per un nuovo orario di lavoro è questa: entrata in servizio "tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle ore 7.45 alle ore 13.45 (30 ore); lunedì rientro pomeridiano dalle 14.30 alle 17.30 (3 ore); mercoledì rientro pomeridiano e "mercoledì del cittadino" dalle 14.30 alle 17.30 (altre 3 ore)" per un totale di 36 ore lavorative settimanali".

In questo schema, ecco gli eventuali vantaggi per i cittadini: "Il mercoledì apertura al pubblico dalle ore 8.30 alle 16.30 ininterrottamente (attualmente è dalle 8.30 alle 15.30), un’ora in più è favorevole per chi lavora e deve recarsi in Comune appena terminato il lavoro o chiedere un breve permesso; nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì e venerdì apertura al pubblico dalle ore 8.30 alle 12.30 (attualmente è dalle 9.00 alle 12.30), con la mezz’ora in più al mattino favorevole a chi deve recarsi in Comune senza dover chiedere permessi orario al datore di lavoro oppure a chi accompagna i figli a scuola trovandosi già in convalle; il lunedì apertura al pubblico dalle 14.30 alle 16.30 (attualmente è dalle 15.30 alle 16.30), con apertura anticipata è favorevole a chi, già lavorando in città presso uffici pubblici e privati, può recarsi negli uffici comunali senza dover riprendere i mezzi per ritornare in città o chiedere un breve permesso sul fine turno".

Di fatto le "migliorie e i risparmi per l'amministrazione" sarebbero: aumento delle ore di apertura al pubblico, dalle 21 attuali a 24; diminuzione di buoni mensa: ora quattro pasti verrebbero dimezzati; diminuzione sensibile del consumo di energia elettrica sia nei mesi estivi (condizionamento dell’aria) sia in quelli invernali (luce artificiale); diminuzione sensibile del consumo di gas per la produzione di energia termica (si ricorda che dal 2014 gli ambienti andavano dotati di valvole termostatiche per limitare il consumo di energia e dall’amministrazione potrebbe essere un buon esempio); diminuzione/azzeramento degli straordinari, salvo situazioni particolari ed inderogabili individuati dal dirigente/funzionario; verrebbero drasticamente ridotti i permessi che attualmente vengono usufruiti dai dipendenti nei pomeriggi; diminuzione di richiesta di orari part.time o di altre situazioni particolari; comunque, le ore lavorative rimarrebbero inalterate.

Per i dipendenti: migliore organizzazione della famiglia avendo i pomeriggi di martedì e giovedì per la gestione di figli/genitori, anziani/malati/volontariato di varia natura; conseguente rinnovata motivazione lavorativa; soluzione del problema della calura dei mesi estivi in quanto dimezzati i pomeriggi.

Citata, inoltre, la situazione di altri enti pubblici della città dove "viene applicato dal 15 luglio al 15 settembre di ogni anno il cosiddetto orario estivo con aperture ridotte visto la minor presenza sia dei cittadini che anche di chi opera all’interno degli enti o alle amministrazioni".

Da qui, dunque, i sindacati di Palazzo Cernezzi, colgono i "presupposti per un confronto reciproco e proficuo riguardo la questione, che peraltro anche con la precedente titolare dell’assessorato si è tentato, invano ed infruttuosamente, di proporre".

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