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Cronaca

"Cibo cattivo e poca igiene, vogliamo una casa". Immigrati circondano Iantorno

La scena che si presentava questa mattina nel cortile moderno del Comune di Como, di primo acchito, faceva impressione: l'assessore al Patrimonio di Palazzo Cernezzi, Marcello Iantorno, letteralmente accerchiato da una quindicina di immigrati...

La scena che si presentava questa mattina nel cortile moderno del Comune di Como, di primo acchito, faceva impressione: l'assessore al Patrimonio di Palazzo Cernezzi, Marcello Iantorno, letteralmente accerchiato da una quindicina di immigrati arrivati in segno di protesta. Di nazionalità varie, il gruppo di profughi era giunto in Comune per chiedere una sistemazione migliore per la propria permanenza in città, sostenendo (ma al momento, dalle verifiche, è stato difficile confermare quelle parole, ndr) di non poter più sopportare le pessime condizioni nelle strutture in cui hanno trovato alloggio nel capoluogo. "Il cibo è pessimo, le condizioni igieniche anche ed è difficile persino farsi la doccia", le contestazioni espresse a voce alta ripetutamente da un paio di componenti del gruppo tra inglese e qualche parola di italiano (l'esatta dislocazione dei profughi è ancora al vaglio, ndr). Prima di circondare Iantorno, peraltro, il gruppo era salito all'Ufficio Casa dell'amministrazione proprio per chiedere una nuova sistemazione.

I toni alti del confronto nel cortile del Comune sono proseguiti per un po', senza comunque che la discussione degenerasse, con gli immigrati che chiedevano un aiuto all'amministrazione e l'esponente della giunta che ribatteva come la gestione di queste situazione non spetti al Comune ma a Questura e Prefettura. Tanto è vero che Iantorno ha telefonato davanti ai profughi a entrambi per valutare le strade possibili da seguire.

"Non è compito nostro - ha spiegato a fine confronto Iantorno, mentre la ventina di immigrati lasciava il cortile senza aver ottenuto risultati - Le carte di soggiorno sembrano anche essere in buona parte scadute. Il gruppo si è recato prima all'Ufficio Casa sostenendo di vivere in condizioni di grande disagio nelle strutture dove sono accolti sia per l'igiene personale che per il cibo. Ora cercheremo di inviduare meglio le strutture dove sono sistemati per fare chiarezza, ma materialmente, pur esprimendo loro la mia solidarietà, il Comune non può fare nulla. Dovremo coordinarci con gli uffici che gestiscono l'immigrazione in Questura e in Prefettura".

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