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Cronaca

Casetta, colpo di scena: il Consorzio non cede. I legali rispondono al Comune

Colpo di scena nella vicenda della casetta sul lungolago: la rimozione del manufatto da parte degli Amici di Como non si può considerare scontata. Al terzo giorno dopo la comunicazione ufficiale inviata ai privati da Palazzo Cernezzi con cui si...

Colpo di scena nella vicenda della casetta sul lungolago: la rimozione del manufatto da parte degli Amici di Como non si può considerare scontata. Al terzo giorno dopo la comunicazione ufficiale inviata ai privati da Palazzo Cernezzi con cui si intimava lo smantellamento entro 7 giorni, sembra ormai certo che almeno fino all'ultimo secondo la vicenda non potrà ritenersi conclusa. Dopo alcune verifiche, appare come una certezza la volontà del Consorzio di non incassare senza colpo ferire la decisione comunale con conseguente rifiuto di eseguire in maniera automatica l'ordine partito da via Vittorio Emanuele. Nel documento predisposto da Palazzo Cernezzi per l'annullamento della concessione, come noto, figurano il fatto che la stessa concessione “non può ritenersi attuazione del contratto di sponsorizzazione” sottoscritto per la riapertura della passeggiata e che gli eventi legati al posizionamento della casetta, in parte a rilevanza economica, “richiedono un inquadramento giuridico diverso rispetto a quello originariamente previsto”. La concessione rilasciata poggiava, pertanto - sempre secondo il Comune - "su un’erronea indicazione dei presupposti giuridici/contrattuali". Da qui, appunto, l’annullamento, ritenuto prevalente l’interesse pubblico al ripristino. Seguiva, l'invito a rimuovere il manufatto entro 7 giorni (oggi è il terzo).

casetta-lungolago-3Ora, però, si apprende che il Consorzio Como Turistica sta passando al microscopio ogni sillaba di quella comunicazione e soprattutto quegli stessi presupposti giuridico-contrattuali indicati dal Comune. Si può considerare certa, dunque, nelle prossime ore, la predisposizione di una memoria in risposta alle contestazioni del Comune e le controdeduzioni rispetto alle "accuse". Da qui, le opzioni sul campo appaiono due: il recepimento delle obiezioni da parte degli uffici comunali, con eventuale dietrofront sulla rimozione della casetta. Una sorta di intesa a metà strada, magari da far "transitare" per un riavvio della pratica modificata in qualche parte. O, infine, un vero e proprio braccio di ferro tra le parti, con i privati che - a quanto si è potuto apprendere - starebbero persino valutando di impugnare il provvedimento comunale.

Insomma, la battaglia della casetta non è ancora finita.

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