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Como, il primo defibrillatore che va in taxi

Riccardo Bassan, di professione tassista, ha deciso di aggiungerlo alla dotazione della sua auto dopo aver perso un amico e collega stroncato da un infarto cardiaco

Più è capillare la diffusione dei defibrillatori, più è alta la percentuale di vite salvate: un assioma che ispira da sempre le molteplici attività di Comocuore legate alla prevenzione e alla difesa dalla salute. I defibrillatori sono, infatti, gli strumenti salvavita per eccellenza e in questi anni di attività, l’associazione cittadina ne ha consegnati oltre 800 a realtà del territorio, aggiungendo ad essi tre totem salvavita (con defibrillatore annesso) posizionati in zone strategiche della nostra città.

Ma ora - grazie alla sensibilità di un cittadino - si è compiuto uno step ulteriore che rappresenta un’assoluta novità per Como: Riccardo Bassan, di professione tassista, ha infatti deciso di aggiungere alla dotazione della sua auto proprio un defibrillatore.

Un’iniziativa unica, sinora, per la città, ma decisamente meritoria in una chiave sociale che non sempre trova riscontro nelle diverse realtà.

“L’idea mi è venuta - afferma Riccardo Bassan - dopo aver saputo che è già attiva in altre città e mi sono in qualche modo ispirato a questo. Poi devo dire che ha giocato un ruolo decisivo anche il fatto che tre anni fa ho perso un amico e collega stroncato da un infarto cardiaco a 40 anni. Ho voluto così dedicare a lui questa mia iniziativa che, mi auguro, possa trovare seguito nel prossimo futuro”.

Sul suo taxi (Sierra 41 la sigla di riconoscimento) sono già stati posizionati il logo del Dae sull’insegna del mezzo, oltre ai banner previsti sul lunotto posteriore e sul cofano.
“Ho anche svolto e terminato il corso di formazione - conclude Bassan - e sono quindi perfettamente in condizione di usare il defibrillatore, ma con la speranza, ovviamente, di non averne mai bisogno”.

Apprezzamento per la lodevole iniziativa è stata espressa anche dal presidente di Comocuore: “Dobbiamo sottolineare con grande soddisfazione - afferma il dott. Giovanni Ferrari - il grande gesto compiuto dal signor Bassan che, ci auguriamo, possa fare da apripista per gli altri suoi colleghi. Sarebbe importante, in prima istanza, che tutti quanti facessero il corso di rianimazione cardiopolmonare, che Comocuore organizza con una certa frequenza, perché apprendere le prime tecniche di soccorso cardiaco costituirebbe già un notevole passo avanti nella direzione giusta. I tassisti, infatti, sono quotidianamente a contatto con molte persone e il loro addestramento rappresenterebbe già una sicurezza in più per chi usufruisce di questo servizio, nella speranza che l’esempio di Bassan possa essere di sprone e incentivo anche per tutti i suoi colleghi”.

Come detto il taxi di Riccardo Bassan è il primo nella nostra città ad ospitare all’interno dell’abitacolo un defibrillatore: nei mesi scorsi altri capoluoghi italiani hanno questa strada. In particolare proprio alla fine del 2020 a Torino è stato avviato il progetto “Taxicardia, una corsa contro il tempo” che ha coinvolto nella città piemontese 56 taxi che hanno aderito all’iniziativa per rendere la loro città sempre più cardioprotetta. Il progetto ha lo scopo di diffondere la cultura della defibrillazione precoce attraverso l’uso del defibrillatore in attesa dei soccorsi e l’impegno nel formarsi ed effettuare le prove con i manichini: sarebbe bellissimo se anche a Como decollasse un progetto analogo. Curiosità nella curiosità: il primo taxi di Torino a dotarsi del defibrillatore è stato quello di una giovane, Stefania, la cui sigla di identificazione è Como 25. Insomma: Torino chiama Como...

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