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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il governatore del Canton Ticino: "Degli italiani che c***o me ne frega a me". Scuse non (ancora) pervenute

Era risposta alla domanda di un giornalista riguardo gli italiani residenti in Ticino che desiderano incontrare i loro cari in regioni come Lombardia e Piemonte oggi non accessibili dalla Svizzera a causa del covid

Non poteva certo passare inosservata la gaffe del Governatore del Ticino, Norman Gobbi, durante una trasmissione in diretta su Teleticino di ieri, 11 novembre. Credendo di essere fuori onda, alla domanda di un cronista che chiedeva cosa intendesse fare per dare la possibilità agli italiani residenti in Ticino di incontrare i loro cari in regioni come Piemonte e Lombardia, al momento off limits a causa della pandemia ha risposto: "Chiedilo agli italiani che c... mi frega a me". 

La frase è rimbalzata nelle giornata di ieri da un network all'altro, diventando virale e oggi, 12 novembre non si sono fatte attendere le richieste di scuse da parte di alcuni esponenti politici della Regione Lombardia e non solo. In particolare il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti ha immediatamente fatto richiesta di scuse per questa frase offensiva. 

Quasi in concomitanza è arrivato anche il comunicato congiunto dei comitati provinciali di Azione di Como, Varese, Lecco e Sondrio.

«Ci risiamo. Un nuovo affondo del Presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, Norman Gobbi, a danno degli italiani. Durante un'intervista in diretta per il TG dell'emittente Teleticino, in merito all'emergenza Coronavirus, credendo di non essere in onda si è rivoltoad un presente dicendo “Dei tagliàn che c... me ne frega a me”, frase particolarmente odiosa, visto che il riferimento era ai frontalieri e alla fascia oltreconfine.
Le prime reazioni italiane sono arrivate sia dal PD che da FDI. Il consigliere regionale Samuele Astuti ha subito preteso le scuse da parte del politico ticinese così come Andrea Pellicini, coordinatore provinciale di Varese di FDI, che già aveva duramente criticato
Gobbi in passato per esternazioni analoghe.
Non vogliamo infiammare ulteriormente gli animi, ma è giunto il momento che Lega e PD chiariscano il loro punto di vista sulla vicenda e prendano una posizione chiara a tutela di 70000 lavoratori, delle loro famiglie e per il futuro della fascia di confine. Perché adesso non è più una questione di colore politico, ma di carattere sociale»

Per ora le scuse non sono arrivate.

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