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Scoperta la traccia di un antico terremoto a Como

L'indagine dei ricercatori dell'Insubria guidati dal professor Alessandro Michetti

Nessuno aveva mai sentito parlare di terremoti a Como. Tuttavia, un recente studio ha riportato la scoperta delle prove di un antico terremoto dimenticato avvenuto nelle Alpi Meridionali Occidentali europee nel VI secolo d.C., resa possibile grazie all'integrazione di evidenze paleosismiche e archeosismiche provenienti da diversi siti, nonché da cronache storiche.

Un gruppo di sei ricercatori guidati dal professor Alessandro Maria Michetti, geologo strutturale del Dipartimento Scienza e alta tecnologia dell’Università dell’Insubria, hanno documentato nella città di Como deformazioni osservate in una sequenza stratigrafica nel sito di via Manzoni e nel sito archeologico delle Terme Romane. 

Attraverso analisi stratigrafiche e sedimentologiche delle sequenze sedimentarie di via Manzoni, è stata identificata un'attività sismica pregressa. Inoltre, utilizzando la tecnica "Structure from Motion" e rilievi sul campo, sono stati rilevati gli effetti archeosismici del terremoto nelle Terme Romane. Le deformazioni osservate sono state interpretate come conseguenza delle scosse sismiche, fornendo così importanti informazioni sulla soglia minima per l'attivazione di tali evidenze. Grazie a datazioni al radiocarbonio e vincoli cronologici derivanti dal sito archeologico, è stato possibile collocare temporalmente le deformazioni nel VI secolo d.C.

Per ottenere una visione più regionale e individuare possibili sorgenti sismogenetiche, i ricercatori hanno esaminato un insieme di evidenze paleosismiche pubblicate nei laghi svizzeri e italiani settentrionali. Attraverso una ricerca inversa a griglia, sono stati identificati la magnitudo e la posizione ipocentrale di un terremoto che può spiegare tutte le evidenze positive e negative coerenti con l'intervallo di tempo corrispondente all'evento avvenuto a Como.

I risultati dello studio indicano che un terremoto finora non documentato, con una magnitudo minima di Mw 6,32, ed epicentro situato al confine tra Italia e Svizzera potrebbe essere responsabile di tutti gli effetti osservati. Lo studio sottolinea la necessità di migliorare la caratterizzazione del pericolo sismico locale, soprattutto considerando che questa regione sembra impreparata ad affrontare gli effetti di un potenziale terremoto simile a quello avvenuto nel VI secolo d.C.

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