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Ristoranti / Lora / Via Crotto del Sergente, 13

I migliori ristoranti di Como provati per voi: il Crotto del Sergente

Un successo firmato "territorio" che va ben oltre la vittoria a 4 Ristoranti

Sono passati 5 anni dalla vittoria ottenuta a 4 Ristoranti, la trasmissione condotta da Alessandro Borghese che nel 2018 premiò il Crotto del Sergente di Como. Ne sono passati invece 15 da quando Massimo Croci ha rilevato lo storico locale di Lora insieme ai suoi soci. Da quel momento, la sua idea di cucina - già sviluppata sin dalla fine degli anni '90 durante la sua precedente esperienza come dipendente del Crotto - si è radicata al punto da portare il Crotto del Sergente, ad affermarsi come uno dei pochi ristoranti autentici della città.

Una cura quasi maniacale per il territorio e la stagionalità: non solo nelle ricette ma soprattutto nella scelta delle materie prime che Massimo non ha mai smesso di ricercare in giro per il Lario. L'idea è quella di sorprendere gli avventori di prossimità con i suoi preziosi prodotti locali e i turisti con una cucina capace di valorizzare le nostre terre anche in tavola. Un percorso che raccontato oggi sembra quasi scontato, vista la tendenza di molti chef, anche stellati, di ridare dignità alla territorialità. Tuttavia, come detto, quello di Massimo Croci è un percorso che parte da lontano e che a suo modo ha fatto scuola nel mondo della ristorazione fatta di mestiere e passione.

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Una ricetta vincente incorniciata da una location che aggiunge sapore a ogni piatto con la sua storia antica e mai tramontata, dove l'innovazione non stravolge la tradizione. Sia all'esterno, immersi nel verde, o all'interno, dove il clima è quello accogliente di una trattoria senza tempo, si vive un'esperienza in grado di mantenere le più alte aspettative. 

Noi abbiamo provato la sfogliatina calda alla melanzana caramellata con crema di mozzarella e sorbetto al pomodoro e le tagliatelle fresche al basilico con emulsione di pomodoro camone crudo e ricotta salata. Molto interessanti, ma assaggiati in altra occasione, sono anche il carpione di pesce di lago con crumble al missoltino, tartare di pesce di lago con mela verde e maionese all’aglio orsino. Grande attenzione anche per i formaggi locali e, naturalmente, per i vini. Davvero importante, forse unica in Italia, l'impressionante selezione di etichette della Valtellina: dai nomi più noti come Arpepe a quelli di nicchia come Siro Buzzetti o Pietro Selva. Non da meno i dolci come ad esempio il fresco dessert al melone con cialda alla lavanda e salsa al passito di Montevecchia

crotto del sergente piatto

Tutto ciò è premiato dalla maggiore consapevolezza della clientela, anche quella più giovane, sempre più interessata a una proposta in grado di unire la bellezza di un impiattamento alla qualità degli ingredienti. In altre parole, quello che più di altri elementi fa la fortuna di un locale, è il fatto che dal Crotto del Sergente si esca con la voglia di tornare. Ed è infatti il passaparola il miglior biglietto da visita di un ristorante: vecchi e nuovi clienti, italiani e stranieri, continuano a frequentare il Crotto ormai da molti anni. Un "ritrovo" che ha saputo crescere senza mai perdere la propria identità. Con patron Massimo ad aggiungere quella sensazione di piacevole e spontanea accoglienza che rimane un fattore indispensabile per sentirsi graditi ospiti e non solo clienti.

Quando Roger Waters è stato a cena al Crotto, dopo un suo concerto di Milano qualche anno fa, pare che abbia inviato un messaggio a quella che di lì a poco sarebbe diventata la sua quarta moglie, Laurie Durning, con scritto semplicemente "wish you were here": vorrei che tu fossi qui. Sono solo voci, ma chissà...

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La storia del Crotto

La storia del Crotto ha un’origine antichissima. Fin dal '700 venne utilizzato come tale e, ancora oggi, il locale conserva quella suggestione tipica delle osterie. Stipiti e portoncino sono originali, i mattoni a vista, le grate e il pavimento d’epoca sono intatti. Il Crotto del Sergente è l’ultimo crotto di Como, testimone di una tradizione antichissima che utilizzava le cavità naturali nelle montagne per conservare cibi e vini. L’antica grande volta rivestita di mattoni è tutta originale, così come la ghiacciaia e il portone ottocentesco con incastonate monete d’epoca. I pavimenti in pietra, fanno rivivere le antiche osterie dove si passava il pomeriggio giocando a carte o a bocce. Il portoncino, gli stipiti e i tavoli in perfetta sintonia di un tempo magico.

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