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La storia

L'ex studente del Gallio: Rai, Disney e ora un libro dedicato a don Roberto Malgesini

Ambientato a Como, Una vita al kebab è il primo romanzo di Claudio Filiberto Benedetti

Primo appuntamento con l’autore al Collegio Gallio di Como, un autore e un libro speciale, è proprio il caso di dirlo, dato che Claudio Filiberto Benedetti sui banchi del Gallio ha trascorso 13 anni, dalla prima elementare alla quinta liceo. Classe 1994 oggi Benedetti è un apprezzato autore e sceneggiatore, vive a Roma dove collabora ormai da qualche tempo con Lux Vide, tra le società leader in Europa nella produzione televisiva (tra le serie prodotte Don Matteo, I Medici e L’Isola di Pietro). “Ho appena scritto un episodio della seconda serie di Blanca - ci spiega – che vedremo in tv tra circa un mese”. Claudio ha scelto il Gallio per presentare la sua prima fatica letteraria, un romanzo ambientato proprio a Como e dedicato al sacerdote-martire don Roberto Malgesini, assassinato il 15 settembre 2020 da un immigrato a cui aveva sempre cercato di dare aiuto. 

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Il giorno dopo l’anniversario della scomparsa di don Roberto, sabato 16 settembre, alle 15.30 nell’aula magna del Collegio Gallio, Benedetti presenterà il suo romanzo “Una vita al kebab. Il sogno italiano di Azim” (Edizioni Ares) accompagnato dal professor Isidoro Taccagni. Il romanzo racconta la storia di Azim e Tülay della loro fuga dalla Turchia, del tentativo di aprire un’attività prima a Milano e poi il ripiego su Como. “Como e i suoi abitanti si riveleranno una sfida ancora più ostica per la giovane coppia. Vecchi e nuovi amici saranno le loro coordinate per ambientarsi, tra il desiderio di guardare avanti e la nostalgia del passato. Una vita al kebab è un romanzo d’integrazione: un pezzo d’Italia raccontato dagli occhi di un kebabbaro, tra omicidi e muri sul lago, vittorie calcistiche e riunioni condominiali. Il tutto raccontato in un diario che forse alla fine servirà a far luce sull’assassinio di un amico” don Roberto, appunto, che rivive all’interno del racconto interpretando un ruolo cruciale.

“Il suo martirio – spiega l’autore – è ispirazione di integrazione, positiva e negativa, perché molto dipende sempre più, dalle persone che incontri, che da tuo background. Sono le persone che fanno la differenza”. Oltre al delitto di don Roberto, nel libro ci sono diversi passaggi della cronaca di Como degli ultimi anni, come l’ondata di immigrati che occupò a lungo la stazione di San Giovanni, con tanti cittadini impegnati in una gara di solidarietà. Riguardo la scelta di presentare al Gallio il suo primo romanzo, per Claudio Filiberto Benedetti era quasi una scelta obbligata. “Devo tanto a questa scuola. Ho amato il Gallio e le persone che lo fanno vivere, penso al padre rettore Giovanni Benaglia, a Isidoro Taccagni o alla professoressa Cappelletti, che mi ha fatto fare le prime esperienze con il teatro – spiega – Al Gallio ho scritto i testi per le prime rappresentazioni teatrali. Pensavo di fare l’attore, invece, spinto dai miei, mi sono iscritto a Giurisprudenza, ma dopo la laurea in Cattolica l’amore per la scrittura ha prevalso”. Quindi il Master in Screenwriting & Production, le esperienze nei reparti Fiction di Rai e Mediaset e alla Disney, fino a Lux Vide. “Almeno due volte al mese torno a Como però e sul treno recensisco film e serie per i siti Scegliereunfilm e Orientaserie”.

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