Flōrĕo e tutto fiorisce: Marco Vido in mostra a Lugano
Architetto e pittore. Ma soprattutto artista estremamente sensibile e quindi capace di intercettare ciò che ci circonda interpretandolo su tela. Dopo aver indagato le inquietudini dell'uomo e della terra (Earthless), lo sguardo di Marco Vido si avvicina ancora di più alla natura e ai suoi colori pieni di vita. Un'evoluzione che si mette in mostra in una personale che debutta il prossimo 11 maggio, vernissage alle 18, nella galleria AA Spazio Arte di Lugano.
Floreo e tutto fiorisce
di Alessandra Bruni della Spina
Marco Vido ci accoglie e ci accompagna in un giardino, o meglio, nell’intimità del suo giardino. Un tripudio di colori, di infiorescenze che paiono pervaderci persino con il proprio profumo. È la forza della natura che tutto riempie, riappropriandosi degli spazi da noi, per lungo tempo, rubati. Una natura che è madre. Ed è questo il chiaro cammino che Marco sta percorrendo, ben identificabile per chi lo conosce e lo segue da anni. Dopo la serie “earthless”, in cui la Terra è descritta come una landa desolata, dove non c’è più spazio per l’uomo, in una catarsi del pianeta che si rinnova, dove protagonisti sono i colori della terra e del ghiaccio, ci ha presentato “in flore horto" in cui i colori accesi di fiori dalle forme stilizzate irrompono potenti, fino a giungere, oggi, a “floreo" in cui i fiori, molto più riconoscibili, dominano totalmente la scena. Marco non è nuovo alla rappresentazione del fiore come simbolo, penso a “Le rose di Damasco in guerra”, sue opere di alcuni anni fa, ma la differenza è palpabile: quelle rose erano eteree, dipinte a volte su veli, quasi a sussurrare le anime di quelle donne che vivevano e morivano tra le violenze di una delle tante guerre assurde.
I fiori di “floreo” sono invece forti, prepotenti nello sbocciare, quasi sfacciati nella fioritura. Corolle di ogni colore e forma, rampicanti o ricadenti, chine e rispettose verso la madre terra. Sono l’immagine della rivincita, della resilienza. Simbolo del risveglio, della rinascita. Un anelito di speranza per l’essere umano, da sempre al centro del lavoro di Marco, che deve poter riuscire a “fiorire” senza nessuna limitazione imposta dalle convenzioni sociali. É il desiderio di positività che anima queste ultime opere, il non credere che la negatività, da cui siamo bombardati ogni giorno, possa aiutarci né tanto meno renderci migliori. “Credo che l’umanità abbia bisogno di guardare questa natura che, ostinatamente, anno dopo anno, ricomincia su rami più lunghi e più grandi. Non è il non voler vedere, ormai lo sappiamo, ma se ci innamorassimo di questa natura la proteggeremmo amandola. Amando noi stessi.” E sono appunto la positività e la gioia a trasparire da questi ultimi lavori, uno sguardo rivolto a un futuro che, con il contributo di ciascuno di noi, potrà tornare a riempirsi di colori e profumi, proprio come un giardino in primavera.