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Maurizio Pratelli

Collaboratore

Se una partita di calcio blinda due città e il Natale: stadio in or out?

Como e Cernobbio chiuse di domenica sono un grande problema

Sarà pur vero che lo storico stadio Sinigaglia di Como è stato eretto in una delle posizioni più belle al mondo. A tal proposito vogliamo ricordare, l'anno era il 1927, le parole dell'allora presidente del Coni Lando Ferretti: "Non credevo di vedere una cosa così divinamente bella. Meraviglioso lo stadio, meravigliosa la località. La città di Como compiendo quest'opera si è portata all'avanguardia delle città italiane nella magnifica rinascita di opere volute anche nel campo sportivo dal Duce e realizzate dal Fascismo". 

Trascorsi quasi 100 anni da quel feroce ventennio, le opere razionaliste rimangono un patrimonio dal valore inestimabile per la città di Como. E certamente lo stadio Sinigaglia è una di quelle che più fa discutere: ovviamente non per l'opera in sé, seppure negli anni abbia subito diverse trasformazioni, ma proprio per quella sua magica posizione che spesso provoca disagi alla città. Ultimo caso, il più eclatante, riguarda il provvedimento adottatto dal questore di Como in occasione della partita degli azzurri con la Reggina, che di fatto "chiude" il Natale a Como e pure a Cernobbio.

Ora blindare due intere città in questo periodo, in una delle ultime due domeniche prima di Natale che presumibilmente avrebbe fatto il pienone di turisti, non può non riaprire la discussione sulla collocazione dello stadio. Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nel merito delle decisioni del questore, che certamente avrà avuto le sue ragioni prima di adottare un provvedimento così forte. Tuttavia non possiamo nemmeno nascondere la testa nella sabbia e far finta che la questione non esista. 

E se è vero che il Sinigaglia, data la sua centralità, è un problema, è anche vero che tutto ruota intorno alla violenza che spesso si genera tra le opposte fazioni di tifosi, tanto che qualche settimana fa è stato imposto un altro colorato divieto: niente Como - Bari per i nati in Puglia. Senza addentrarci in un tema sociale che aprirebbe a mille riflessioni sulla cultura sportiva in Italia, viene comunque da chiedersi fino a quando una città possa rimanere prigioniera non di una partita di calcio o del suo stadio ma del contenimento delle eventuali violenze che potrebbero generare alcuni tifosi in trasferta all'ordine pubblico e al traffico.

Spostare lo stadio altrove, come auspicano in molti, vorrebbe dire allontanare il pericolo dalla città ma non risolverlo del tutto. Certo non si bloccherebbero tutte le altre manifestazioni che si svolgono in città attirando migliaia di pacifici turisti, sicuramente ne gioverebbe anche il traffico ma da qui a dire che la periferia è la soluzione giusta per lo stadio ce ne corre. Eppure una soluzione, che non sia ogni volta tampone, va presa quanto prima. E forse, almeno in questo caso, sarebbe stato meglio spostare la partita al lunedì e non chiudere due città di domenica. Lo diciamo sottovoce ma con il coraggio che occorre all'ostaggio durante un rapimento. 

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