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Il sindaco Broggi (Solbiate): "Ho chiesto i 600 euro perché ho fatturato zero"

In un post di Facebook il giovane primo cittadino "Scagiona" sindaci e assessori: non sono come i parlamentari

Il sindaco di Solbiate con Cagno, Federico Broggi, ha voluto comunicare personalmente di avere chiesto il contributo di 600 euro previsto per i liberi professionisti e le partite iva che hanno accusato il calo di fatturato dovuto al lockdown. Sulla sua pagina Facebook il giovane sindaco (e segretario provinciale del PD) espone alcune interessanti riflessioni volte a chiarire non solo i motivi per i quali ritenga di avere diritto a quei 600 euro senza essere considerato un "furbetto", ma anche a delineare in modo chiaro la distinzione che intercorre tra semplici amministratori comunali e i parlamentari (questi sì con un lauto stipendio mensile che è rimasto inalterato anche durante il periodo più buioi del lockdown). Qui di seguito il post integrale di Broggi.

Apprendo da internet che sindaci e consiglieri comunali che hanno richiesto i 600 euro all’INPS debbano essere considerati dei “furbetti”. Bene, per grande trasparenza non aspetto che qualcuno trafughi notizie, né che l’INPS renda noti i nomi, ma preferisco dire subito che, pur essendo Sindaco di un piccolo comune, ho chiesto il bonus da 600 euro come libero professionista. E non l’ho fatto per rubare qualcosa, ma per un semplice e chiaro motivo: dopo l’ultima fattura del 26 febbraio, a marzo, aprile e maggio ho fatturato ZERO con la mia partita iva. 
Ho letto sui giornali che ai presunti furbi bastava inserire nel sito dell’INPS il numero di partita iva, tanto, senza guardare il fatturato, uno si intascava i soldi: bene, prima di chiedere ho guardato il mio fatturato e poi ho fatto richiesta. 
L’ho fatto perché:
- il mio lavoro non è quello del Sindaco (tra meno di 4 anni io ho finito), ma quello di fare selezione del personale;
- anche oggi sto dedicando più tempo al comune che al mio vero lavoro (pensate com’è felice la mia azienda!), perché ogni giorno Regione e Governo emanano norme su norme che poi ci smazziamo noi;
- nonostante il non fatturato di 3 mesi, tra luglio e ottobre ho giustamente versato e verserò quasi 3.000 euro di contributi e tasse (perché a differenza di altri non evado);
- nonostante tutto ciò, ho continuato a saldare gli impegni presi negli anni precedenti, che, evidentemente, sono stati assunti sulla base delle entrate attese.
Sembra poi che se hai richiesto 600 euro è perché sei un nababbo che vuole truffare lo Stato (leggo sul Fatto “I furbastri del Covid: politici, star tv e ricchi”). Bene. Nel 2019 con la mia partita iva ho fatturato, con 9 fatture, € 17.100 lordi, cioè meno di quanto guadagna un deputato in un mese. Fate voi le considerazioni sul senso di fare questi accostamenti.
Mi si spieghi però perché se un amministratore comunale ha preso la cassa integrazione va bene, mentre se prendi i 600 euro no. 
Onestamente la differenza fatico a vederla (ma questa domanda vedo che non se la pone nessuno).
Leggo che in questa polemica stanno tirando dentro anche consiglieri comunali e assessori (tutti equiparati a deputati, consiglieri regionali, ecc…): bene, i primi percepiscono soli gettoni di presenza (qui da noi se arrivano a 100 euro l’anno è tanto: non è nemmeno sufficiente a ripagare la benzina necessaria per raggiungere le sedi delle riunioni istituzionali), mentre i secondi, quando va bene, hanno 500 euro lordi al mese.
Chi vuole vedere la mia situazione finanziaria, ha la mia massima disponibilità. Ho ben poco da nascondere.
Chiudo molto rapidamente: se qualcuno mi dimostrerà che ho realmente sbagliato (come molti, a quanto pare), ben disponibile a restituire, ma fino a quel momento evitiamo di fare come sempre di tutta un’erba un fascio.

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