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Elezioni comunali 2022

Le riflessioni di Magatti dopo la sconfitta: "C’è uno spazio politico che non trova rappresentazione"

Al centro il tema del lavoro

Non è andata bene per Civitas e Il Bene Comune, le due liste che hanno appoggiato la candidatura di Adria Bartolich sindaca. Nonostante ieri non sia sfuggita la presenza di Bruno Magatti e della stessa Bartolich al comizio di Alessandro Rapinese, il numero uno di Civitas, che non poterà nemmeno un consigliere a Palazzo Cernezzi, non fa sconti a nessuno, soprattutto in tema di lavoro, occupazione e rappresentaza politica. 

"Due giorni fa ISTAT - scrive Magatti - ha pubblicato i dati sulla povertà nel nostro Paese. Lo studio riferito agli anni 2020-21 rileva che la cosiddetta povertà assoluta (7% nei comuni del Nord Italia con oltre 50 mila abitanti) riguarda sia persone prive di titolo di studio sia chi possiede un diploma e oltre, disoccupati ma anche chi svolge attività autonoma e chi ha un’occupazione. L’indagine richiama quindi al tema del cosiddetto lavoro “precario” e “povero”, talora sintesi di sfruttamento e reddito del tutto insufficiente".

"Al ballottaggio per l’elezione del Consiglio Comunale del prossimo 26 giugno - aggiunge Magatti - non sarà rappresentata la proposta politica che ho sostenuto e votato e che nel suo programma affrontava i temi del lavoro povero, nero e precario e avanzava indicazioni “politiche” a favore delle persone e delle famiglie in condizioni o a rischio di povertà. Sono allora andato a cercare le parole “povero/i” e “povertà” all’interno dei programmi dei due candidati che si sfideranno tra dieci giorni come (per farlo è sufficiente usare la funzione “cerca” e digitare le parole desiderate)".

"Ecco il risultato::

- nel programma della coalizione “cosiddetta di centrosinistra” le parole povero/a/i/e non ci sono e si nomina la parola “povertà” solamente come “povertà scolastica, educativa, digitale”
- nel programma dello sfidante Rapinese tali parole non risultano.
Non ho nemmeno trovato proposte o impegni per affrontare con coraggio la criticità del lavoro “povero e precario” che riguarda molti settori compreso quello dei “servizi” affidati al caleidoscopio delle cooperative.

C’è uno spazio politico che non trova rappresentazione. È un dato del quale - conclude laconicamente Magatti - prendo atto". 

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