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Guerra in Ucraina, Adria Bartolich: "Non è compito nostro parteggiare per gli uni o per gli altri"

Molti i relatori in rappresentanza del parlamento e del governo ucraino. Grande attenzione verso i profughi

Un incontro promosso da Adria Bartolich, candidata sindaca di Civitas, che ha portato a Como ospiti illustri. Vladislava Magaletska, ex viceministro ucraino dell’alimentazione e dell’agricoltura, Dmytro Natalukna, presidente commissione degli affari economici del parlamento ucraino, Volodina Daria, presidente del gruppo interparlamentare d’amicizia tra Ucraina e Italia, Putrona Anna, membro del gruppo interparlamentare d’amicizia tra Ucraina e Italia, Dubnov Ulia , membro del gruppo interparlamentare d’amicizia tra Ucraina e Italia, Srhii Babak, presidente commissione per l’istruzione, la scienza e l’innovazione del parlamento ucraino, Yrij Vaskov, viceministro ucraino delle infrastrutture. Non solo, tra gli ospiti anche una regista molto nota in Ucraina Irina Kostiuk  e la designer e stilista Lilia Poustovit .

Uno sguardo sull’Ucraina”, questo il titolo dell’iniziativa, effettivamente c’è stato ed è stato a largo raggio. Dalle comunicazioni dei relatori è emerso, relativamente alla guerra e alla situazione di quel Paese, un quadro molto difficile. Una guerra che nonostante gli interventi della diplomazia internazionale e  gli appelli di Papa Francesco, la guerra sembra non fermarsi.  

Il punto di Bartolich

“Non è compito nostro parteggiare per gli uni o per gli altri “ spiega Adria Bartolich candidata alla carica di Sindaco di Como. Naturalmente ognuno di noi sulle ragioni del conflitto ha le sue opinioni: la cosa importante, però , in questa fase, è attivare tutte le misure che consentano di soccorrere i profughi che dall’Ucraina stanno scappando, aiutandoli nella fase di grande difficoltà che stanno attraversando e attrezzandoci anche per fronteggiare la loro sistemazione anche a regime. Questa guerra potrebbe durare a lungo, anche se noi , naturalmente, speriamo il contrario. Oltre tutto Como, che è città di frontiera, negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare diverse emergenze derivanti da flussi di persone   che improvvisamente erano costrette a spostarsi   per ragioni legate ai conflitti in atto nei loro paesi.  Abbiamo avuto arrivi di maschi adulti e prevalentemente soli, ora dobbiamo attrezzarci prevalentemente per donne e bambini, visto che gli uomini sono rimasti a combattere in Ucraina.Predisporre misure di accoglienza che possano essere rese immediatamente disponibili per le emergenze, è quindi inevitabile e necessario.  Gli arrivi di donne e bambini implicano una complessità di cui tenere conto. Sia per quanto riguarda l’acquisizione in tempi brevi della lingua, sia per quanto riguarda il proseguimento degli studi che la loro sistemazione, anche per periodo lunghi.  E’ necessario provvedere senza rigidità e tenendo conto dei diversi tipi di profughi, alcuni dei quali hanno solo l’esigenza di transitare verso altri paesi, mentre per altri occorrerà provvedere con sistemazioni di lungo periodo".

Il punto di Bruno Magatti

Nella sua comunicazione Bruno Magatti, già assessore ai servizi sociali del Comune di Como, ha ricordato che da molti lustri nella nostra città è stata sede di arrivi numericamente significativi, ultimo nel 2016, di donne e uomini in fuga da guerre, persecuzioni o semplicemente miseria. La capacità di risposta è stata elevata ogni qual volta l’amministrazione, di concerto con le altre istituzioni, si è assunta la responsabilità di coordinare e promuovere le azioni necessarie anche col coinvolgimento di Enti e associazioni della società civile. Ricordando poi l’adesione di Como all’Associazione Internazionale Delle Città Messaggere di Pace e fin dalla sua costituzione nel 1987 e, pochi anni dopo, a “Mayors for peace”, associazione dei sindaci per la pace ha rimarcato come l’attuale momento storico esiga un coraggioso rilancio, in capo agli amministratori, degli impegni assunti in tali sedi.

Magatti ha sottolineato come le esperienze del recente passato hanno evidenziato l’importanza di disporre di strutture, di un’organizzazione e di una idonea capacità politica e ricordato come siano le leggi regionali ad affidare alle istituzioni il compito di programmare, progettare e realizzare strumenti e azioni per affiancare le persone in condizioni di vulnerabilità psicosociale o di bisogno economico. Il riferimento è alla Legge Regionale 3/2008 che all’art 6 certifica il diritto all’accesso alla rete delle unità d'offerta sociali e sociosanitarie di tutte persone comunque presenti sul territorio della Lombardia che necessitano di interventi non differibili e non possono essere indirizzate ai servizi della regione o dello Stato di appartenenza. "Siano i cittadini - ha concluso - a esigere con determinazione che gli amministratori eletti siano fulcro e punto di riferimento di tutte le azioni necessarie per un’accoglienza che non si limiti alla fase emergenziale". 

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