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Como, nessun centro migranti aprirà in via Tibaldi: esultano i residenti

Lo ha annunciato l'assessore Corengia in occasione della discussione della mozione presentata dal gruppo Rapinese Sindaco. Tutti i dettagli

Una questione, quella del centro migranti di via Tibaldi a Tavernola, che si trascinava da anni. Ieri, 28 dicembre 2020, nel corso del consiglio comunale di Como, che come di consueto si è svolto in streaming a causa dell'emergenza pandemica, è stata posta la parola fine. Il centro migranti non aprirà mai.
Ad annunciarlo è stato l'assessore ai Servizi sociali, Angela Corengia, in risposta alla mozione presentata dal consigliere d'opposizione Paolo Martinelli (lista Rapinese Sindaco). Tale mozione, che chiedeva di annullare l'accordo tra Comune e Prefettura per il progetto di sistemazione della struttura, era solo l'ultima battaglia di una guerra iniziata durante l'amministrazione di centrosinistra della giunta Lucini. Nel 2017, poi, lo stesso gruppo Rapinese Sindaco aveva proposto all'attuale amministrazione e votato all'unanimità (Rapinese, Mantovani, Anzaldo e Martinelli) un ordine del giorno per chiedere di evitare l'apertura di nuovi centri migranti, compreso quello di via Tibaldi.
Del resto la Prefettura aveva già siglato l'accordo con l'amministrazione comunale e stanziato 457mila euro per ristrutturare l'edificio di via Tibaldi. Insomma, tutto lasciava supporre che presto o tardi a Tavernola avrebbe aperto i battenti il nuovo centro di accoglienza migranti, con grande disappunto dei residenti del quartiere. 
Si arriva così alla mozione di ieri. Al termine della discussione l'assessore Corengia ha spiegato che il nuovo prefetto Andrea Polichetti ha inviato una comunicazione per rendere noto che la somma dei 457mila euro necessari alla ristrutturazione non sono più disponibili.
il sindaco Mario Landriscina ha spiegato che la coincidenza di questo colpo di scena con la discussione della mozione del gruppo Rapinese Sindaco è dovuta al fatto che proprio in vista di tale discussione il primo cittadino ha chiesto formalmente alla prefettura di mettere nero su bianco la disdetta dell'accordo, così da poter dare ai consiglieri comunali una comunicazione definitiva riguardo al futuro di via Tibaldi.

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