Mal d'aria: l'inquinamento atmosferico avvelena le nostre vite
Sabato 25 dicembre, alle 9.30, si terrà alla Ca' d'Industria di Como un convegno dal titolo "Mal d'aria: l'inquinamento atmosferico avvelena le nostre vite". Interverrano Chiara Bedetti, presidente Circolo "Angelo Vassallo" Legambiente Como (che organizza l'evento), Simona Rosotti, assessore all'Ambiente di Como, Alberto Longatti, presidente Famiglia Comasca, Guido Lanzani, Arpa Lombardia, Paolo Pozzi, pneuomologo Ospedale Cantù, Alessandro Borgini, medico biologo Isde, Roberfta Marzorati, pediatra, Ario Alberto Ruprecht, consulente sistemi analisi inquinamento, Giulio Sala, presidente FIAB Como, Marco Ponte, Città Possibile, Ambra Garancini, presidente Lunbilante e Rete dei Cammini, Elisabetta Patelli, referente educazione ambientale Ust Como, Patrizia Signorotto, Circolo "Angelo Vassallo" Lagambiente Como.
L’inquinamento dell’aria è un problema complesso poiché prodotto da fonti diverse e peggiorato da fattori ambientali di base quali le condizioni meteorologiche e la conformazione geografica (naturale o antropica) del territorio. Il particolato urbano è un indicatore per la valutazione della qualità dell’aria; le ridotte dimensioni delle sue componenti (dell’ordine dei micrometri; 1-10 µm corrispondono al diametro tipico di un batterio o di un globulo rosso umano) lo rendono una minaccia per la salute umana e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ha classificato il particolato atmosferico come cancerogeno certo per la salute umana (gruppo 1). Si sommano poi gli effetti di SO2 (piogge acide), NO2 e O3.
E’ ormai chiaro il costo sanitario ed umano sulla popolazione, valutato attraverso valutazioni statistiche lunghe e complesse, analisi multifattoriali e dati raccolti per lungo periodo su popolazioni esposte e gruppi di controllo . La letteratura scientifica ha ormai assodato che l’esposizione a particolato (PM), ozono (O3) e biossido di azoto (NO2) è direttamente e inequivocabilmente associata alla comparsa di patologie polmonari e cardiovascolari, all’aumento della mortalità e alla riduzione della speranza di vita.